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Tutti i big player dell'auto europea, giapponese e americana hanno fatto grandi affari in Cina negli ultimi decenni; per una stringente regola imposta dal Governo non hanno potuto aprire fabbriche "in proprio" ma hanno sempre dovuto allearsi e condividere il 50% dell'azionariato con gruppi industriali cinesi e così sono nate SAIC-General Motors, GAC- Mitsubishi, Dongfeng-Citroen, FAW-Toyota, SAIC-Volkswagen e altre ancora, ricordando anche Jeep e GAC, alleanza subito fallita. I modelli nati da queste alleanze sono tutti in declino e i costruttori non sembrano trovare una soluzione che non sia la chiusura e la vendita.
Alcuni analisti sono convinti che la loro posizione sia ancora solida, ma la maggior parte annuncia la loro uscita dal mercato fra il 2024 e il 2025, perché fallimenti, liquidazioni, capacità produttiva inutilizzata e calo verticale delle vendite sono stati la norma per i marchi delle joint venture nel 2023. Non è servito nemmeno un drastico taglio dei prezzi, e il motivo di fondo è che le joint-venture non riescono a trasformarsi rapidamente verso l'elettrico, che com'è noto sta prendendo piede molto velocemente in Cina, anche grazie a Tesla, che è l'unica ad aver conquistato una posizione di preminenza nel mercato del Dragone. Si comincia anche, a detta dei membri "occidentali" dei board, ad osservare una certa "interferenza" da parte del governo sulle scelte strategiche industriali, cosa che è stata alla base della rinuncia di Jeep ad aprire una fabbrica a Guangzhou.
Nel 2016, prima dell'arrivo di molti modelli a batterie prodotti internamente, la quota di mercato dei marchi che si sono alleati ha superato anche il 40%, ma da allora le vendite sono sempre scese, per arrivare al 38% nel 2020. La crescita delle vendite di Volkswagen, Toyota e Honda è stata sempre più debole rispetto al mercato generale, o addirittura in calo e nel 2022, anche Nissan, Ford, General Motors, Kia e Hyundai sono entrati in una fase di declino. Honda ha annunciato che la joint venture Acura-GAC è terminata nel 2023, così come Mitsubishi.
Secondo i dati dell'Associazione Cinese dei costruttori, la quota dei marchi nazionali ha raggiunto e superato oramai il 60% nel 2023, il che significa che la quota dei marchi delle joint venture è sempre più marginale, con cali tra il 10 e il 15% per Toyota e GM. Non va dimenticato che il mercato cinese è diventato oramai il primo mercato mondiale per l'auto, e, come si disse per il salvataggio di Apollo 13, "Failure is not an option", il fallimento non è contemplato.