Enrico De Vita parla dei diesel cancerogeni a Uno Mattina

Enrico De Vita parla dei diesel cancerogeni a Uno Mattina
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Enrico De Vita, ospite ieri ad Uno Mattina, ha parlato dei diesel cancerogeni, in un vivace dibattito con il Presidente del Codacons. Sotto esame anche i filtri anti-particolato
11 luglio 2012

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Per guardare l'intervento di Enrico De Vita (dal minuto 1:27:00) a Uno Mattina clicca qui

 

Il nostro editorialista Enrico De Vita è stato ospite della trasmissione televisiva Uno Mattina andata in onda ieri. Intervistato dai due conduttori del programma, De Vita ha avuto la possibilità di esprimere la sua opinioni in merito alla dibattuta questione dei diesel cancerogeni, ritenuti cancerogeni dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. De Vita ha ha acceso un vivo dibattito con il suo principale interlocutore, ossia Marco Donzelli, Presidente del Codacons, schierato su posizioni diametralmente opposto a quelle sostenute dal nostro editorialista.

Ricordiamo che l'Associazione a difesa dei consumatori ha intrapreso una serie di inziative contro i motori diesel, come il sequestro di tutte le auto a gasolio di Milano e ha promosso un'azione collettiva per chiedere 2.000 euro di risarcimento per i danni provocati dallo smog.

L'intervento di De Vita in merito ai propulsori a gasolio è visibile dal punto 1:27:00 del primo video.

I diesel sono da considerarsi causa del tumore al polmone?

«La dichiarazione è corretta, ma da un punto di vista scientifico e quindi va spiegata e illustrata fino in fondo. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer, ndr) ha messo sotto esame nel 1988 decine di minatori americani, che passavano gran parte della loro esistenza in miniera, a stretto contatto con il propulsore diesel, l'unico motore che può lavorare in miniera dal momento che emette un grande quantitativo di ossigeno e permette quindi di respirare.»

 

«Al contrario il motore a benzina è vietato nelle miniere perchè ucciderebbe tutti in pochi minuti dal momento che produce ossidi di carbonio in gran quantità e non emette ossigeno. Lo IARC ha esaminato questi minatori per 24 anni e ha dato rilevanza al tumore polomonare e alla prostata in misura doppia rispetto agli altri individui. Questo ha consentito ai ricercatori di affermare con certezza che i fumi emanati dai motori diesel sono cancerogeni.»

 

«Occorre però confrontare questi risultati con quelli raccolti dall'esame di altri fumi, come quelli emanati dalla benzina, dalle sigarette, da un bracere o dai caminetti a legna. Solo a questo punto siamo in grado di fare una classifica della pericolosità dei fumi. Tutto ciò che brucia è dimostrato essere cancerogeno, ma non è corretto valutare i diesel cancerogeni in base allo studio condotto sui minatori. I fumi del diesel sono cangerogeni come lo sono altri fumi, con cui devono essere necessariamente messi in relazione.»

 

«Lo studio si riferisce inoltre a diesel americani datati, non elettronici common rail come quelli di oggi, che utilizzavano inoltre un gasolio molto ricco di zolfo, che è un precursore del particolaro e del fumo nero.»

Perchè non è possibile liberarsi dalla dipendenza dei motori diesel come vorrebbe il Codacons?

«Perché si deve considerare che dal petrolio si ricava il 51% di diesel, il 12-13% di benzina e il 3% di GPL. Dall'oro nero non si può quindi ricavare un grande quantitativo di GPL, se non a costi esorbitanti.»

Funziona il filtro antiparticolato che equipaggia i moderni motori diesel?

«Assolutamente sì ma ce ne sono didue tipi. Alcuni accumulano il particolato e poi lo bruciano in un solo colpo, mentre altri sono a combustione continua. In questo caso allo scarico non si sente nessun odore e non si vede fumo, e questi dispositivi riescono a neutralizzare quasi il 990 per mille delle particelle accumulate

 

«Non solo i filtri antiparticolato di oggi sono efficaci, ma il gasolio commercializzato attualmente contiene 7 parti per milione di zolfo, mentre quello usato in America all'epoca dell'indagine ne conteneva 150! Il comunicato dello IARC finisce con l'accusare i motori diesel, dei pezzi mettallici e meccanici, che non possono essere ritenuti cancerogeni. Piuttosto bisogna puntare il dito contro quello che diamo da bere ai nostri motori, che deve essere ritenuto il vero responsabile dell'inquinamento.»

È vero che i filtri antiparticolato rendono le particelle nocive ancora più minute e quindi ancora più respirabili dall'uomo?

«Immaginiamo il filtro antiparticolato come un forno crematorio che brucia un composto costituito da sabbia, ciottoli e pietre di diverse dimensioni. Chiaramente inizialmente bruciano le particelle più piccole, mentre quelle più grandi si riducono di dimensione e di numero. Alla fine quindi le particelle più piccole non è vero che aumentano di numero, piuttosto vengono completamente eliminate

Anche Federauto si schiera con De Vita

Al di fuori del contesto della puntata di Uno Mattina, anche Federauto, l’Associazione che riunisce i concessionari presenti in Italia, si schiera di fatto dalla parte di De Vita. Filippo Pavan Bernacchi infatti, Presidente di Federauto, ha dichiarato: «Il catalizzatore e il filtro anti-particolato, insieme ad altri accorgimenti tecnici inseriti nelle vetture, hanno nel tempo stroncato le emissioni allo scarico. Per rendersene conto basta confrontare i valori limite ammessi dalle più recenti specifiche Euro 4-5-6 con le emissioni di una vettura Euro 0.»


Il numero uno di Federauto ha proseguito dicendo: «Già in passato l'Oms ci ha abituati ai suoi proclami apocalittici rivelatisi in molti casi delle vere e proprie bufale. Tutti ricorderanno le terribili previsioni circa i milioni di morti che l'aviaria e la Sars avrebbero causato. Per nostra fortuna non è accaduto nulla di tutto ciò.»

Infine, riferendosi all'esposto presentato nei giorni scorsi dal Codacons alla Procura della Repubblica di Milano per chiedere il sequestro di tutti i veicoli diesel esistenti sul territorio della città e della Provincia, il numero uno di Federauto ha aggiunto: «Notizie di questo tipo distolgono l'attenzione dai problemi veri dell'economia reale. Sequestriamo allora anche alcool e sigarette, potenzialmente dannosi, o i telefoni cellulari. O, poiché gran parte del particolato proviene dagli impianti di riscaldamento a gasolio, sequestriamo anche quelli.»

 

 

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