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In una recentissima puntata andata in onda su Isoradio, il nostro editorialista Enrico De Vita, intervistato da Elena Carbonari, è tornato a parlare di autovelox.
All'interno della trasmissione si è affrontata la questione dei tempi di notifica dilatati a dismisura dall'amministrazione del comune di Milano, che ha trovato uno stratagemma per non rispettare il limite di 90 giorni previsto dalla legge.
Milano è la Capitale delle multe, ma la situazione quest'anno è peggiorata drasticamente. Perchè?
«È vero, Milano è in testa alle classifiche per l’importo delle multe pagate da ogni automobilista: nel 2013 mediamente ogni patentato milanese ha sborsato 170 euro per le multe. Ma quest'anno, per la precisione il 10 marzo, il Comune di Milano ha pensato bene di spremere ancor di più il limone installando 7 nuovi autovelox fissi. Sono stati piazzati su sette arterie, tendenzialmente rettilinee e a grande scorrimento, radiali rispetto al centro della città. Si trovano per esempio su via dei Missaglia, sul cavalcavia del Ghisallo, in via Palmanova. Quindi anche su rettilinei di 2 km, senza semafori, con doppia carreggiata, ciascuna con due o anche tre corsie! Questi nuovi autovelox sono stati tarati alcuni a 70 km/h, altri addirittura a 50 km/h».
Ma per i vigili di Milano il limite dei 90 giorni per la notifica del verbale non sembra più un obbligo di legge, vero?
«Dal mese di marzo le multe a Milano sono aumentate così tanto che gli impiegati del Comune non riuscivano più a notificare i verbali entro 90 giorni, periodo massimo di tempo entro cui le amministrazioni comunali devono far pervenire all'interessato il verbale. A questo punto si sono inventati uno stratagemma per accertare legalmente l'infrazione non il giorno in cui è avvenuta o qualche giorno dopo, ma tre, quattro, addirittura cinque mesi dopo il giorno in cui è si è verificato il flash dell'autovelox. In pratica facevano partire i 90 giorni previsti dalla legge quando i vigili prendevano in mano l'incartamento e non dal momento in cui è stata accertata la reale infrazione (giorno in cui è stata scattata la foto dell'autovelox). È chiaro che in questo modo il periodo di accertamento assume confini variabili, non noti e non comunicabili. Il tutto è diventata una sorta di furbizia che il comune di Milano ha utilizzato per avere il tempo necessario di gestire l'enorme mole di verbali prodotta dagli autovelox e di recapitarli a casa senza sforare il limite dei 90 giorni».
“A questo punto un vigile anche dopo un anno può dire: “Oggi ho preso in mano le foto dell'infrazione, i 90 giorni decorrono da questo momento in poi”. Ed è abbastanza deludente che Milano si comporti così”
Quindi di fatto il periodo per la notifica si dilata a dismisura...
«Certo! A questo punto un vigile anche dopo un anno può dire: “Oggi ho preso in mano le foto dell'infrazione, i 90 giorni decorrono da questo momento in poi”. Le telecamere che rivelano le infrazioni permettono di avere in mano i dati sui veicoli multati in tempi brevissimi. Dire che occorrono 4 mesi per avere in mano questi dati significa prendere in giro la tecnologia. Significa fare cassa. Ed è abbastanza deludente che Milano si comporti così».
Ma la Legge cosa dice? Si può fare ricorso contro queste multe milanesi, recapitate a casa dopo 4-5 mesi?
«La Cassazione ha è già detto che superati i 90 giorni, più il tempo che impiegano le Poste per recapitare il tutto, l'infrazione è da considerarsi automaticamente nulla. Se il cittadino si vede recapitare un verbale oltre questa soglia deve recarsi al comando dei vigili e chiedere di cancellare la multa, e di annullare in autotutela il verbale. Non occorre fare ricorso né al Giudice di pace, né al Prefetto».
In che senso parla di autotutela?
«Autotutela nel senso che cancellando il verbale che ha sforato il tetto dei 90 giorni i vigili riconoscono l’errore, tutelano il comando e si mettono al riparo da spese amministrative aggiuntive. E completamente inutili».
Perché esiste un periodo di notifica ben preciso?
«Prima del 2010 il periodo di notifica era di 150 giorni. Poi il Parlamento lo ha abbassato a 90 giorni perché ha ritenuto che un automobilista dopo cinque mesi non possa ricordare esattamente cos'era accaduto nel momento dell'infrazione. Quindi a tutela del cittadino - e dei suoi diritti alla difesa - si è ridotto a 90 giorni il tempo per la notifica. Adesso Milano non può – per convenienza – riportare il limite a 150 giorni o anche oltre».
“Tarare lo strumento senza un minimo di tolleranza significa volerli fotografare tutti, in massa”
Ma il comune di Milano come si difende?
«Il Comune di Milano dice che stavano per scadere un sacco di verbali perché non c'è abbastanza organico per gestire le pratiche, quindi per non perdere soldi le infrazioni di marzo aprile sono state prese in mano ad agosto e fraudolentemente i 90 giorni sono stati fatti partire da questo momento. Altri vigili di Milano invece ci hanno confessato che il problema dello sconfinamento era ben noto al comando. Ma hanno preferito buttare la rete: Chi paga, paga; chi conosce come stanno le cose può far ricorso e se la cava».
Avete raccolto testimonianze sul campo?
«In Redazione siamo stati contattati da moltissimi cittadini che hanno ricevuto anche fino a sette di verbali di questo tipo! La signora Loredana per esempio torna tutte le sere a casa da Milano percorrendo via Palmanova. Si trova immersa con la sua Micra in un flusso di traffico che viaggia ad una velocità media di 80 km/h, quindi superiore al limite, fissato a 70 km/h nonostante la presenza di due corsie per senso di marcia e dell'assenza di semafori. Il problema è che in un traffico così intenso diventa difficile frenare e rallentare. Loredana, in un mese, si è vista recapitare quindi ben tre di questi verbali».
Il problema nasce anche dal fatto che questi autovelox vengono tarati in maniera fin troppo restrittiva. È così?
«In un caso la signora Loredana andava a 71 km/h, nell'altro a 72 e nell'ultimo a 74. Questo significa che gli autovelox sono realmente tarati esattamente alla velocità massima consentita. In poche parole non appena si superano di poco i 70 km/h (perché bisogna aggiungere la precisione dell’apparecchio prevista dalla legge, 5 km/h fino a 100 km/h e 5% dopo i 100 km/h, ndr) la telecamera scatta la foto. Questo atteggiamento va interpretato solo ed esclusivamente come volontà di fare cassa, perché non favorisce di certo la sicurezza. Su strade come via Palmanova nemmeno gli autobus riescono ad andare così piano. Tarare lo strumento senza un minimo di tolleranza significa volerli fotografare tutti, in massa, all'ora di punta, quando anche impegnandosi si fatica a viaggiare al di sotto dei 70 km/. Siamo d'accordo sul punire chi viaggia a velocità folli, ben vengano gli autovelox in questi casi, ma tarare uno strumento in maniera così restrittiva ha a che fare davvero poco con il concetto di salvaguardia della sicurezza. La severità ha raggiunto livelli da tassa occulta per i lavoratori!».
“Tarare uno strumento in maniera così restrittiva ha a che fare davvero poco con il concetto di salvaguardia della sicurezza. La severità ha raggiunto livelli da tassa occulta per i lavoratori!”
Ma almeno questi autovelox sono installati correttamente?
«Non proprio direi. In via dei Missaglia, due carreggiate con tre corsie per parte, il limite è di 50 km/h! Ci sono ben sette cartelli che indicano la presenza dell'autovelox, ma l'unico palo su cui effettivamente si trova la telecamera non è segnalato, come invece prescrive la legge. La norma impone di rendere perfettamente visibile la postazione di controllo».
A Roma la situazione non è molto diversa però...
«Un tempo gli autovelox urbani erano vietati. Ora proliferano nelle città perché sono diventati strumenti di finanziamento delle esangui casse pubbliche. Roma, invidiosa di Milano, ne ha appena installati dieci. Ma sono tarati su velocità così basse e vengono installati in posizioni così poco visibili che ci sono persone che si sono viste recapitare fino a 7 verbali presi nel giro di 7 giorni, solo per andare e tornare dal lavoro! Questo non significa fare sicurezza. Non si possono tarare strumenti sulla velocità media del normale flusso di traffico durante le ore di punta. È una velocità “fisiologica” di quella strada e non si può non tenerne conto, mettendo prima un limite di velocità teorico, naturalmente più basso, e poi tarando gli strumenti proprio su quel valore così improbabile da rispettare!»
Lo sconto del 30% è da considerarsi davvero una buona notizia per il cittadino?
«Lo sconto del 30% entro cinque giorni è diventato uno specchietto per le allodole per gli onesti che ormai pagano subito anche se vorrebbero fare ricorso pur di non avere problemi. Chi invece è abituato a non pagare perché è nullatenente, o ha una targa straniera, ecc. dello sconto se ne fa un baffo. La povera signora Loredana per esempio, allettata dallo sconto, ha pagato tutte e tre le multe prese con gli autovelox di Milano, quando invece avrebbe potuto tranquillamente fare ricorso visto che erano passati più di 90 giorni!».
Ecco le prove dell'escamotage utilizzato per dilatare a dismisura i tempi di notifica
1) L'accertamento dell'infrazione è stato possibile dal 17 marzo 2014; pertanto i termini di notifica del presente verbale decorrono da tale data
I due verbali a confronto