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La tensione sui mercati internazionali, innescata dalle fortissime rivalità commerciali tra Stati Uniti e Paesi Arabi, ha fatto crollare il prezzo del petrolio a livelli vertigionosi. Il barile è arrivato a costare cifre simili a quelle registrate nel 2010, ma il prezzo dei carburanti alla pompa per noi consumatori rimane molto più elevato di allora.
Ma perché il prezzo del petrolio continua a scendere? E come mai i prezzi alla pompa rimangono comunque alti? Perché in altri Paesi europei invece i listini dei distributori sono tornati ad essere molto vantaggiosi? Ci spiega tutto il nostro editorialista Enrico De Vita, che recentemente è intervenuto sul tema a Isoradio, intervistato da Elena Carbonari.
Sul prezzo della benzina quanto pesano tasse e accise in Italia?
«Un litro di benzina oggi è arrivato a costare circa 1,50 - 1,60 euro. Diciamo che su questo prezzo la parte industriale del prodotto, ovvero il costo del greggio, la raffinazione, il trasporto, il margine del gestore e il margine della compagnia petrolifera, pesano soltanto per 0,60 centesimi, mentre il resto è tutto rappresentato da tasse statali, accise più Iva. Quando calano i prezzi internazionali dell’oro nero, come in questo periodo, può calare solo la componente industriale e quindi quei 0,60 centesimi di cui abbiamo parlato, più una quota relativa di Iva».
Perché il prezzo del petrolio sta crollando in questo modo?
«Il prezzo del barile sta crollando perché è in atto una guerra commerciale tra i Paesi Arabi e gli Stati Uniti, che stanno ricavando sempre maggiori quantitativi di petrolio e di gas grazie allo shale oil. Si tratta di idrocarburi liquidi o gassosi ricavati dagli scisti bituminosi che stanno invadendo i mercati mondiali, conquistandone buone fette. Gli Arabi naturalmente non vogliono rinunciare agli introiti, cui sono stati abituati per anni. Lo shale oil però ha un prezzo molto elevato, perché richiede grande lavoro e investimenti ingenti, costa molto estrarlo, mentre quello medio-orientale ha un costo di estrazione ridotto al minimo. I Paesi Arabi, quindi, sono in condizione di stracciare il prezzo del loro petrolio per mandare fuori mercato quello statunitense».
“In Italia lo Stato incassa senza colpo ferire 1 euro ogni litro di carburante venduto”
Perché sostiene che le compagnie petrolifere in Italia si contraddicono continuamente?
«In Italia ci stiamo avvantaggiando molto poco di questa guerra tra petrolieri. Le compagnie petrolifere infatti giustificano i prezzi ancora elevatidicendo che stanno vendendo carburanti ricavati da petrolio acquistato mesi fa, quando il costo dell’oro nero era ancora molto caro. Tutto vero: peccato solo che questa stessa argomentazione non sia stata utilizzata dalle compagnie quando il costo del petrolio saliva ogni giorno e loro aumentavano all’istante i prezzi a listino dei carburanti. In quel caso le compagnie sostenevano l’esatto opposto, cioè che il petrolio è come l’oro che non va venduto in base al prezzo di acquisto, ma al prezzo di mercato stabilito in base al rapporto tra domanda e offerta. Diciamo che non è un grande esempio di coerenza».
Anche nel resto dei Paesi europei il prezzo alla pompa rimane tutto sommato ancora alto?
«Assolutamente no. Ormai in Germania la benzina è arrivata a 1,2 euro/litro e quindi ci sono ben 0,30 - 0,40 centesimi di differenza con i prezzi italiani, differenza che è dovuta sia alle accise tedesche, inferiori, sia al costo industriale. In Germania in effetti le raffinerie vendono a prezzi inferiori a quelli italiani. Noi invece storicamente abbiamo raffinerie che da sempre fanno pagare benzina e gasolio più della media europea dei Paesi confrontabili con noi, come Francia, Inghilterra e Germania».
Perché in Europa riescono a farli pagare meno?
«I carburanti in Europa costano meno semplicemente perché le accise sono più morigerate. In Italia invece lo Stato senza colpo ferire incassa 1 euro ogni litro di carburante venduto. Una cifra gigantesca, soprattutto perché non ha richiesto alcun investimento da parte dello Stato per ricavare queste entrate. E’ tutto grasso che cola nelle casse pubbliche.»
“Negli Stati Uniti la benzina costa un terzo rispetto alla nostra perché non è gravata da alcuna accisa”
E negli Stati Uniti? Come mai la benzina è a prezzi stracciati rispetto alla nostra?
«Negli Stati Uniti la benzina costa un terzo rispetto alla nostra perché non è gravata da alcuna accisa ed è quasi totalmente priva di tasse governative. Il prezzo alla pompa in America è quindi vicino al costo industriale, è come se da noi la benzina venisse proposta a 0,60 centesimi/litro».