Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Una recente analisi pubblicata sul Sole 24 Ore rivela che gli incassi delle multe sono in calo in quasi tutta Italia. L'unica eccezione è rappresentata da Milano, dove i proventi delle sanzioni sono aumentati grazie all'installazione di nuovi autovelox fissi. Sembrerebbe quindi che il numero dei verbali sia in diminuzione, insomma una buona notizia per tutti gli automobilisti, ma in realtà le cose non stanno così. Anzi.
Il perché ce lo spiega il nostro editorialista Enrico De Vita, intervenuto ai microfoni di Isoradio, all'interno del programma “Spazio Consumatori” condotto da Elena Carbonari.
Un'indagine del Sole 24 Ore rivela che gli incassi provenienti dalle multe sono in calo, tranne che a Milano. Sembra una buona notizia, le cose stanno davvero così?
«Solo in parte. È vero che abbiamo assistito ad una diminuzione del numero dei verbali elevati in Italia, ma questo è da attribuire principalmente al calo del traffico, che negli ultimi cinque anni è arrivato a far registrare un - 30%. Inoltre ci sono state alcune limitazioni all'uso indiscriminato di autovelox che ha portato alcuni sindaci, assessori e comandanti, più sensibili, a un nuovo atteggiamento nei rapporti cittadino- amministrazione. E alcune situazione anomale sono, almeno in parte, rientrate. Tuttavia, la maggioranza dei Comuni soffre ancora di una certa allergia a rispettare i numerosi decreti che regolamentano l'installazione di strumenti di rilevazione elettronici, in modo che non si trasformino in trappole stampa-verbali. contro gli automobilisti. che avevano installato autovelox non regolari »
Dove sta la cattiva notizia quindi?
«L'indagine del Sole 24 Ore parla del fatturato ricavato grazie alle multe, ma non del numero dei verbali. Il fatturato in generale – escluso il caso di Milano – è sceso perché molti automobilisti hanno usufruito dello sconto del 30% col pagamento entro 5 giorni. E stiamo parlando di una quota molto alta, dal momento che circa il 30% dei multati - secondo le stime – sceglie di usufruire di questo sconto. Possiamo stimare quindi che un calo del 10% sul fatturato totale delle multe sia dovuto esclusivamente all'introduzione dello sconto e non ad una reale diminuzione del numero di verbali elevati».
Sembra il gioco delle tre carte...
«Sì, è proprio così. Quello che nessuno dice infatti è che il numero di multe è in aumento, soprattutto se teniamo conto del calo del traffico a cui abbiamo assistito ultimamente. Se a Milano poi sono riusciti ad aumentare il fatturato del 6% nonostante lo sconto e il calo del traffico significa che i nuovi autovelox installati lo scorso anno stanno rendendo tantissimo, sono l’invenzione del secolo, i bancomat gratuiti dei Comuni».
Nei primi 10 mesi di installazione, gli autovelox milanesi hanno prodotto 761.000 verbali
Di che cifre stiamo parlando?
«Nei primi 10 mesi di installazione, gli autovelox milanesi hanno prodotto 761.000 verbali, come da cifre ufficiali. Considerando un importo medio di 100 euro a multa, più le spese di notifica, significa che – per il 2014 - stiamo parlando di un fatturato potenziale di oltre 100 milioni di euro, che va aggiunto a quello consueto».
Alcuni comuni però lamentano mancati incassi per le multe non pagate che ammontano a diversi milioni. È corretto?
«Sì, è corretto, non tutte le multe elevate vengono effettivamente incassate. La crisi delle famiglie italiane c'è e si sente, quindi ci sono persone che non riescono di fatto a pagare queste multe. Alcuni scelgono di pagare a rate mentre altri, come per esempio i nullatenenti, fanno scattare una marea di cartelle esattoriali che vengono totalmente disattese, cioè non pagate. La Legge Finanziaria ha stabilito recentemente che le cartelle non più esigibili con una valore inferiore a 300 euro verranno annullate».
Perché si verificano così tanti errori nell'elevazione delle sanzioni?
«Il problema sorge perché la maggioranza dei Comuni affida ad aziende esterne il compito di occuparsi della compilazione, della spedizione, della notifica e della riscossione dei verbali: alcune di queste mansioni sono proibite ai privati, che spesso commettono errori nella compilazione dei verbali. Pensate che sono persino riusciti a multare un carro funebre, perché il primo errore dei privati è che manca il passo fondamentale, quello che il Codice definisce “fase di accertamento”, cioè l’esame del fotogramma da parte di un vero agente per capire se un'infrazione è stata veramente commessa oppure no».
Gli incassi delle multe possono essere anche interpretati come una buona notizia, perché dovrebbero servire a migliorare la sicurezza dei cittadini. Le cose vanno veramente in questa direzione?
«Il Codice oggi permette ai comuni di utilizzare i proventi delle multe non solo per la manutenzione e la sicurezza stradale, ma anche per acquistare apparecchiature elettroniche per rilevare infrazioni. E’ colpa di una frase di una riga inserita all’ultimo istante nella legge che destinava il 50% degli incassi unicamente alle strade. A pensar male, temo che, invece di riparare le buche, le amministrazioni utilizzino soldi delle multe per acquistare autovelox e altre apparecchiature in modo da mantenere il fatturato. Diventa così un girone infernale: meno soldi dalle multe, più strumenti di controllo e di repressione, meno sicurezza sulle strade, più buche non riparate. Morale, cittadini sempre più lontani dalla cosa pubblica».
Noi vogliamo una migliore educazione stradale e quindi una migliore sicurezza. Per ottenerla non bastano occhi elettronici ed autovelox
Per la strada si vedono sempre meno vigili. È una sensazione o c'è del vero?
«I vigili dovrebbero tornare a stare di più in strada per fare un'opera di educazione, di dissuasione e di istruzione su come comportarsi alla guida. Invece spesso girano la testa dall'altra parte e non vedono – o peggio, non vogliono vedere – chi va in moto senza casco, chi viaggia in tre sullo scooter, chi non allaccia le cinture, o chi guida parlando al telefono cellulare. Noi vogliamo una migliore educazione stradale e quindi una migliore sicurezza. Per ottenerla non bastano occhi elettronici ed autovelox che ti sanzionano con mesi di ritardo quando nessuno vede, ci vuole l’immediatezza, la presenza, l’esempio e anche maggiore impegno da chi dovrebbe controllare».
Continua l'epopea delle multe notificate ai cittadini oltre i 90 giorni. Perché il comune di Milano continua a non rispettare i limiti di tempo previsti dalla legge?
«Il Parlamento ha stabilito che un'amministrazione comunale ha 90 giorni per notificare ad un cittadino il verbale. È una legge nazionale, scaturita dal parlamento e non può quindi essere messa in discussione da sindaci, assessori e amministratori locali. I cartelli che riportano i limiti di velocità nascono da ordinanze comunali, firmate dal sindaco su suggerimento di qualche ufficio tecnico. E non possono avere la stessa gerarchia di una legge del Parlamento. Quindi Milano non fa una bella figura a dichiarare che i suoi cartelli stradali – con limiti discutibili – sono più sacri e inviolabili».
«Ma non ha senso nemmeno la dichiarazione del Ministro dei Trasporti Lupi che ha invitato i cittadini a fare ricorso contro le multe recapitate in ritardo. Ma siamo impazziti? Quei verbali sono stati spediti fuori tempo massimo, sono annullabili motu proprio dallo stesso comando che li ha emessi. Basta guardare le date della violazione e quella di spedizione del verbale: se sono trascorsi più di 91 giorni, si archivia in “autotutela”. Un rappresentate dello Stato dovrebbe sistemare la situazione a monte, invitando in questo caso il comune di Milano a rispettare le tempistiche imposte per legge. Non può invitare i cittadini a fare ricorso ingolfando inutilmente i tribunali!»