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Dopo oltre due anni, il Senato ha approvato le norme sulla Concorrenza, ma i consumatori sono scettici e temono aumenti a raffica.
Infatti, le nuove norme riguardanti la RC auto introducono sconti sulle polizze ma solo per chi adempie alcuni obblighi, come il montaggio della scatola nera (il dispositivo che registra i dati di percorrenza, le velocità e la posizione e dovrebbe fornire elementi atti a ricostruire l’incidente), per chi accetta il controllo da parte di carrozzerie abilitate e per chi abita in zone ad alto rischio di incidenti 8 o di truffe) e non provoca incidenti da quattro anni. Si poteva fare di più, per premiare gli utenti più virtuosi ed intervenire per spezzare la catena di truffe che determinano i costi altissimi dell’RC in Italia.
Hanno discusso di questo - ospiti nella trasmissione “Voci del mattino”, su Radio 1”, condotta da Massimo Giraldi e Monica Giunchiglia, - il nostro editorialista Enrico De Vita ed il giornalista Mario Rossi di Quattroruote
«La principale novità della nuova legge - rileva De Vita - riguarda il montaggio della dalla scatola nera, che stando alle premesse dovrebbe portare consistenti riduzioni nelle tariffe a chi accetta di essere monitorato dal dispositivo elettronico. Temo che non sia così, come ho avuto modo di verificare direttamente. Da otto anni, infatti, chiedo il montaggio della scatola nera, ma siccome sono già in classe zero mi rispondono che essendo già arrivato al traguardo non posso contare su ulteriori sconti. Vedremo se questa volta la scatola potrà dar luogo a sconti a tutti, anche ai virtuosi, che sono la maggioranza. Altrimenti diventa solo uno strumento per concedere riduzioni a chi provoca incidenti.
In Italia, il costo delle polizze è quasi il doppio della media europea, perché non si vuole premiare a sufficienza gli automobilisti davvero virtuosi, che non provocano incidenti e che non frodano.
Basterebbe applicare un meccanismo semplice, automatico, capace di disincentivare le frodi, che premi gli automobilisti nella loro storia: sia per gli incidenti provocati sia per quelli subiti. Oggi si valutano solo gli ultimi cinque anni, ma esclusivamente per i sinistri provocati. Tuttavia, chi non ha incidenti per esempio da dieci o quindici anni andrebbe premiato ulteriormente.
Invece il traguardo ideale per le compagnie che non vogliono assumere rischi è il livellamento delle tariffe, cioè una polizza media uguale per tutti, che faccia pagare ai virtuosi anche gli incidenti e le truffe fatti dagli altri.
Questo non va bene: se si mettesse una ulteriore classifica di bonus non solo per chi non compie, ma anche per chi non li subisce, veri o falsi che siano, quindi un premio anche per chi non denuncia incidenti subiti, avremmo adottato un grimaldello automatico per disincentivare davvero le truffe. Ma il fatto che non venga neppure ipotizzato la dice lunga».
«A mio giudizio - interviene Mario Rossi - siamo davanti alla classica situazione in cui la montagna ha partorito il topolino. Dopo novecento giorni, come diceva De Vita, si introducono sconti significativi, così come recita letteralmente l’articolo, per chi installa la scatola nera, ma non è chiaro cosa significhi il termine “sconti significativi” presente nella legge. Dovremo aspettare le valutazioni dell’Ivass, l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, che entro novanta giorni dall’entrate in vigore della legge, quindi senz’altro entro fine anno, è delegato a chiarire l’entità degli sconti che poi dovranno essere indicati sia in termini assoluti che in percentuale sul premio proposto all’automobilista.
C’è poi stato un piccolo passo in avanti nella lotta contro le truffe, anche se minimo: i testimoni dovranno comparire fin dalla denuncia degli incidenti, una maniera per contrastare i cosiddetti “professionisti della testimonianza“ .Come diceva De Vita l’unico sistema per riduce i costi è intervenire sulle truffe e determinare di volta in volta i veri responsabili del numero e del costo dei sinistri: fino a quando le compagnie non interverranno su questo, sarà difficile modificare la situazione».
Il commento di chiusura di Enrico De Vita è, come spesso accade, davvero tranchant: «Si avverte una sorta di acquiescenza tra le compagnie assicuratrici nei confronti delle truffe: se un certo anno i costi dei rimborsi salgono, le compagnie hanno la possibilità l’anno successivo di spalmare questa differenza sulle tariffe di tutti. E tale scorciatoia è difficilmente smontabile. Infine, è ormai chiaro che le truffe non potrebbero esistere senza la collusione degli uomini che gravitano attorno al mondo dei risarcimenti, periti, liquidatori, studi legali, tutte pedine in qualche modo legate alle compagnie: che pertanto non dimostrano una vera volontà o interesse a ridurre il numero e il costo delle truffe».