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Danilo Toninelli, neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha fatto la sua prima uscita pubblica nel suo nuovo ruolo settimana scorsa, durante il Salone dell’Auto del Parco Valentino, occasione nella quale ha esternato le prime intenzioni. Il nostro editorialista, Enrico De Vita, ai microfoni di Elena Carbonari ha spiegato quali sarebbero le sue richieste a Toninelli.
«Al Ministro chiederei uniformità: nelle infrastrutture, nella fiscalità, nelle regole e nei controlli. Chiedo a Toninelli infrastrutture uniformi in tutta Italia, nelle strade e nelle autostrade, in città e nei paesi. Ovvero, rotonde, marciapiedi, semafori, limiti di velocità uguali dappertutto e non reinventati da ogni Comune con regole nuove. L’uniformità va ricercata anche nell’applicazione del Codice della Strada, dai control alle multe, dalle ZTL ai tempi dei semafori».
«Si pensi ai limiti di velocità, che a volte sembrano stabiliti giocando ai dadi, all’illuminazione delle gallerie, , che anche nelle autostrade lasciano molto a desiderare. Ho percorso due giorni fa la galleria della Cisa sulla A15, col traffico deviato su una sola corsia a causa di eterni lavori in corso. E’ lunga 2,3 km, ma era talmente buia da richiedere estrema attenzione per non distruggere i coni di gomma sistemati al centro e per rilevare eventuali - ma probabili - sorpassi alla cieca, nel senso inverso. Al ministro: non chiamiamole autostrade e non autorizziamo pedaggi smisurati alle strade che non rispettano regole europee, che non hanno illuminazione adeguata».
Nella fiscalità bisogna eliminare la libertà di accise sui carburanti applicate dalle varie regioni, oppure le imposte di iscrizione con l’anarchia provinciale, oppure ancora le differenti esenzioni dei bolli alle varie categorie di veicoli, comune per comune. Perfino nelle ZTL c’è anarchia di regole e applicazioni.
Nella trasmissione di Elena Carbonari è stata data voce anche agli ascoltatori, chiedendo loro quali fossero le loro richieste a Toninelli. Uno di loro, ad esempio, si è rivolto al Ministro per chiedere investimenti nel trasporto pubblico. «A Londra e a Mosca – spiega De Vita – le prime metropolitane sono state costruite all’inizio del Novecento, quando le macchine erano pochissime. Non c’era un problema di traffico, ma di lungimiranza politica. Noi siamo tremendamente in ritardo. Il sistema moderno e razionale per incrementare il trasporto pubblico è andare sottoterra con le metropolitane, perché se per il trasporto pubblico continuiamo a passare in superficie, creiamo ancora più traffico. Così come intasiamo le città se parcheggiamo sulle strade: devono sparire le automobili in superficie e andare i garage sotterranei, costruiti con i proventi delle sanzioni».
Gli ascoltatori parlano anche molto della patente, chiedendo esami più approfonditi per conseguirla, maggior tempo di guida in autostrada, test per verificare l’eventuale uso di stupefacenti al rilascio e al rinnovo. «Per imparare bene i comportamenti in autostrada servirebbero trasmissioni televisive che insegnano le manovre corrette e mostrano gli errori comuni. I controlli per l’uso di droghe e alcol vanno fatti su strada e non agli esami – risponde De Vita -. Bisogna aumentare la vigilanza, con controlli più frequenti e pattuglie il cui compito deve essere quello di fare rispettare le leggi, in modo diffuso e uniforme da regione a regione, altrimenti il comportamento degli utenti non sarà uniforme, con una Italia a due velocità».
Al Ministro chiederei uniformità: nelle infrastrutture, nella fiscalità, nelle regole e nei controlli. Chiedo a Toninelli infrastrutture uniformi in tutta Italia, nelle strade e nelle autostrade, in città e nei paesi. Ovvero, rotonde, marciapiedi, semafori, limiti di velocità uguali dappertutto e non reinventati da ogni Comune con regole nuove
Sono intervenuti anche molti autotrasportatori, lamentandosi delle aree di servizio insufficienti per offrire piazzole per il riposo a tutti e per l’impossibilità di sorpassare per 300 km sulla Brennero-Modena. «La soluzione che si vorrebbe implementare – spiega De Vita – è creare un lungo treno di Tir, collegati elettronicamente, agganciati virtualmente l’uno all’altro, che può viaggiare con intervalli di pochissimi metri, incrementando così il flusso, la velocità e la sicurezza. Oggi quell’autostrada ha due corsie, ma ne meriterebbe sei per il traffico che sopporta».
A chi chiede la riduzione del trasporto su gomma, De Vita risponde così: «Non si può pensare di trasferire il traffico su gomma sulla rotaia in misura superiore al 2 o 3%. Tra Milano e Bologna abbiamo quotidianamente una fila continua totalmente formata da tir, che occupano una corsia e mezza. Se trasferissimo tutto su rotaia, ci vorrebbe un treno lungo da Milano a Bologna carico di tir. Che però sarebbe sempre fermo perché il convoglio deve pur fermarsi alla stazione di arrivo. E basterebbe una fermata per bloccarlo indefinitamente. Il problema è inverso: sono troppo poche le infrastrutture autostradali in Italia, siamo fermi a quelle del 1980. Dovremmo avere un maggior numero di autostrade con più aree di parcheggio e allora non si dirà che girano troppi Tir. Del resto, basta andare nelle nazioni dell’est Europa per scoprire quante autostrade nuove - e gratuite - hanno costruito e qual è il volume delle merci trasportato su gomma»