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Dopo la fallimentare - e fraudolenta, almeno secondo i pubblici ministeri – gestione della famiglia Rossignolo, si apre un nuovo capitolo per il marchio italiano De Tomaso.
La L3 Holding infatti, cordata svizzera e lussemburghese, che ha in portafoglio partecipazioni in Polaroid e nella Lotus Formula1, si è aggiudicata l'asta per il marchio e le attività della De Tomaso con una offerta che, dopo una lunga serie di rilanci, ha raggiunto i 2 milioni e 50 mila euro.
All'asta ha partecipato anche il gruppo cinese Ideal Time Venture, che però aveva presentato un'offerta solo per il marchio, mentre si è fermata dopo le prime battute la cordata italiana di professionisti Eos. I lavoratori, che erano presenti in aula e lunedì si riuniranno in assemblea davanti allo stabilimento di Grugliasco, hanno accolto con un applauso liberatorio la decisione del giudice Giovanna Dominici.
La L3 Holding ha presentato un piano industriale che prevede 360 assunzioni tra il 2017 il 2021 e la produzione di 4.500 auto sportive all'anno. Tra le ipotesi quella di costruire un nuovo stabilimento, dal momento che quello di Grugliasco è vecchio e richiederebbe costi di manutenzione troppo alti.
«Riteniamo che l'esito dell'asta sulla De Tomaso sia stato il migliore possibile tra quelli prospettati», dice il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino che dà la sua disponibilità a un incontro con L3 Holding.
«Non è la soluzione ideale ma avrebbe potuto finire anche molto peggio, perché le altre due offerte erano rivolte unicamente al marchio», osserva il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono. Si chiude così la lunga vicenda che ha coinvolto per cinque anni i lavoratori della carrozzeria De Tomaso, dichiarata fallita nel 2012 quando è stato arrestato l'imprenditore Gian Mario Rossignolo. Oggi i dipendenti, attualmente tutti in mobilità, sono 800 a Torino, altri 100 a Livorno.