De Tomaso Mangusta Legacy Concept: reinterpretazione moderna

De Tomaso Mangusta Legacy Concept: reinterpretazione moderna
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Un’interessante rendering computerizzato elaborato dal designer Maxime de Keiser propone una reinterpretazione in chiave moderna della De Tomaso Mangusta progettata da Giugiaro nel lontano 1965
29 dicembre 2011

Realizzato dal designer Maxime de Keiser, questo interessante rendering digitale si propone di dare una nuova vita ad una vettura originariamente progettata da Giorgetto Giugiaro nel 1965, ossia la De Tomaso Mangusta.

Rimasta in produzione fino al 1971, la Mangusta originale fu prodotta in serie limitata a 401 esemplari (di cui oggi ne sono rimaste meno di 170), ed era una coupé sportiva alta solo 1.100 mm e principalmente caratterizzata dal vano motore con apertura ad ali di gabbiano, nonché da dei gruppi ottici di stampo minimalistico.

Molte delle linee guida di quella filosofia progettuale hanno quindi guidato questa reinterpretazione in chiave moderna, fortemente caratterizzata nella sezione anteriore da una calandra esagonale sdoppiata con griglia a nido d’ape, ai cui lati trovano spazio ulteriori feritoie d’aerazione sovrastate da gruppi ottici dal profilo semicircolare.

Le fiancate, muscolose e filanti, sono invece dominate dagli incavi generati dalle feritoie d’estrazione poste successivamente alle ruote anteriori che confluiscono nelle prese d’aerazione collocate dinnanzi alle ruote posteriori, oltre che dagli specchietti minimalistici con indicatori di direzione integrati e dagli imponenti cerchi in lega a cinque razze ad Y.

La sezione di coda ospita invece un notevole estrattore posteriore, ai cui lati si stagliano i quattro scarichi inglobati all’interno di due unità cromate. Feritoie d’aerazione e griglie a nido d’ape occupano anche qui, come all’anteriore, gran parte della superficie disponibile, mentre un incavo racchiude i fari di coda a loro volta semicircolari.

Il progettista, Maxime de Keiser, spiega infatti che questa rivisitazione della Mangusta, «come l’originale, mira a conferire una sensazione di ferocia e di potenza, pur suggerendo la serenità di un felino a riposo che nella sua eleganza dimostra di non temere nulla.»

Quanto espresso da Giugiaro negli anni ’60, è infatti stato trasportato alla contemporaneità con un linguaggio stilistico influenzato dalle più moderne tendenze e sfruttando le più recenti tecnologie, inoltre l’indole sportiva della vettura è stata accentuata anche da un’anticipazione ancor più pistaiola della stessa, magari con l’idea di solleticare la fantasia dell’attuale centro stile De Tomaso.

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