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Il 1861 per un italiano è anno ben noto, o almeno dovrebbe. Per via della proclamazione del regno unificato a ridosso della primavera. A inizio autunno dello stesso anno, il giorno 23 settembre, nacque Robert Bosch.
Oggi la sua azienda è un colosso di cui ogni automobilista attempato o quasi conosce la produzione, per le mitiche candele d’accensione e parti elettriche. La Bosch ha però riempito negli anni i vani motore e non solo, con i propri prodotti che hanno toccato ogni sistema veicolistico. Ultimamente anche nell’ambito di elettrificazione e sicurezza, ma non si dimenticano gli sviluppi motoristici con l’elettronica e tanti sistemi anche non visibili, o elencati nelle schede tecniche.
Tornando al fondatore, nato il 23 settembre, come imprenditore si distinse non solo nei successi tecnici, ma anche per l’aspetto umano, durante anni in cui il mondo visse due guerre mondiali. Dal Württemberg, dove nacque undicesimo di dodici figli, si trasferì per lavorare nella meccanica. Anche molto lontano, fuori dal suo Paese, arrivando persino a New York.
Se la Germania era patria “del ferro” Bosch all’estero vide invece aziende dedite ad altro, come la Edison e la Siemens. Ancora molto giovane, nel 1886 Bosch apre la sua piccola attività in quel di Stoccarda, patria ancora oggi del motorismo tedesco. Si parte con meccanica di precisione ed elettrotecnica, ma prima di fine escolo Bosch è già capace di applicare delle rivoluzioni sull’accensione nei motori a scoppio, che resterà per sempre un simbolo del marchio.
Già nel 1898 Bosch ha una sede estera, nel Regno Unito e nel 1902 dalla Bosch esce la prima candela di accensione ad alta tensione. È il boom delle accensioni e dei componenti Bosch per motori in uso su larga scala. Oltre a collezionare commesse, far crescere la produzione e gli affari, in Bosch si considerano le persone: nel 1906 la giornata lavorativa è di otto ore, su due turni: qualcosa di non comune a tutti. Soprattutto, quando durante i tempi di guerra l’azienda ha dovuto lavorare nell’ambito bellico, venivano devoluti fondi per opere benefiche.
Tra una guerra e l’altra, anche il supporto a un ospedale che tutt’oggi porta il nome Bosch. La storia aziendale è poi una serie di successi industriali accostati al mondo auto, con stabilimenti anche negli Stati Uniti per seguire le richieste. Pompe iniezione per motori diesel, con molti accessori che seguono il filone del motore destinato a evolversi fino all’euro6 con sistemi di abbattimento scarico e centraline firmate Bosch.
L’azienda produsse si dagli anni Trenta elettroutensili e anche elettrodomestici, come i frigoriferi, arrivando anche sugli aerei, nel mondo radio e TV, con elementi Bosch a supportare la diffusione delle Olimpiadi a Berlino 1936.
Non vide la fine della seconda guerra Mondiale, Bosch, ma nemmeno le proprie fabbriche devastate nel 1944, in quanto salutò il mondo esattamente 80 anni fa, nel 1942.