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Stavolta gli tocca sudare, indossare casco e tuta e correre per 24 ore di fila a Le Mans. A Montecarlo, invece, Daniil Kvyat faceva il VIP fra motorhome e ospitalità dei vari amici che ha ancora nel paddock: “Beh, sai che vedere i colleghi che si sforzano tanto e sudano mentre io sono a mangiare con Mario Isola di Pirelli, ovvero con una compagnia molto buona, mi fa riflettere di quando sono io in macchina e gli altri mi guardano bevendo qualcosa”.
Montecarlo o Le Mans per un pilota?
“Montecarlo. Questa è la pista che mi è sempre piaciuta. Guidare qua in F.1 è stato emozionante e sono sempre andato bene, quindi al momento ho dei bei ricordi!”
Hai mai pensato a un ritorno in F.1? In fondo sei ancora giovane…
“Oh sì, grazie dell’ancora giovane, ho compiuto trent'anni quest'anno, quindi sono un pilota ormai maturo. Grazie intanto. Sì, sono veloce sicuramente, poi ho una cosa che conta sempre, ancora di più in Formula Uno: adesso più di prima ed è l'esperienza, quindi da questo punto di vista sicuramente sarei un buon acquisto per ogni squadra, però non tutte le squadre. Non conta solo l’esperienza, ma si guardano tante cose. La F.1 è un mondo molto complicato, quindi da parte mia sono sempre pronto. Penso di poter avere ancora qualche anno di freschezza, diciamo in generale, quindi chissà cosa succederà. Per tornare in F.1 dovrebbero succedere tante cose, diciamo molte, e dovrebbero accadere tante cose tutte insieme, diciamo”.
Si, però tu rientri in quella categoria di piloti validi, come mi diceva Jarno Trulli, che sono fuori e non riescono ad accedere, a differenza di quelli che dovrebbero starsene a casa. Quindi è sempre molto complicato trovare il giusto bilanciamento. Però ci sono dei posti liberi in alcune squadre. Non ci hai provato?
“Questo è vero. Però la F.1 è stata sempre un mondo abbastanza, diciamo, politico. Dove è un po’ complicato entrare, magari senza le connessioni giuste. Ormai c'è una parte di me che sta bene così, a un'altra parte di me mancherà sempre guidare le vetture di F.1. Però faccio il mio lavoro in pista lo stesso e adesso invece mi piace il progetto Lamborghini e poi? Se c'è da parlare con qualcuno interessato, ne parleremo. Se io fossi un manager di una squadra cercherei qualcuno con esperienza, perché, diciamo, sicuramente fa differenza”.
Parliamo invece del week end di Le Mans con la Lamborghini: quest'anno siete partiti con la splendida SC63, però il WEC è diventato un campionato abbastanza complicato e difficile perché c’è Porsche che vince, la Ferrari che ha già vinto e vuole ripetersi, poi tutti gli altri. Sei rimasto sorpreso da quello che hai visto? E che possibilità di sviluppo ci sono?
“Il WEC è un campionato molto competitivo, anche se noi con la nostra Lamborghini siamo entrati con pochi chilometri sulle spalle rispetto agli altri, che hanno fatto già più di un anno di esperienza e tanti chilometri. Entrare così da zero non è facile, però abbiamo finito qualche gara. È già importante e stiamo scoprendo sempre di più le cose su come far funzionare al meglio la vettura. Non è facile. Adesso avremo i primi aggiornamenti e saranno abbastanza decisivi per capire in che direzione andare per competere con i rivali”.
La 24 ore di Le Mans è una gara un po’ atipica, secondo te è più importante riuscire ad imporsi in questa gara o dominare nell'arco del campionato?
“Beh, nel mondo dell’endurance la 24 ore di Le Mans è sempre stata una gara a sé stante, un po’ come Indy 500: non è forse quella gara che devi per forza conquistare? Le Mans è una gara particolare. Come dicevi è molto unica nel suo genere. Ha particolari strategie, durata, è molto importante non fare errori lì. Diciamo che dobbiamo fare una gara pulita, essere lì sempre, anche alla fine, quindi questo è quello cui puntiamo e vediamo se riusciamo a farlo. Sarà una buona prova per tutta la squadra. Vedere se dopo che siamo riusciti a finire qualche gara di 6 e 8 ore, adesso è la nostra prima 24 ore e sarà una sfida grande, però abbiamo anche due vetture lì, per cui mi auguro davvero nel colpo grosso”.
Non è un paradosso che in F.1 la domenica si corre pensando a gestire le gomme e la benzina, mentre invece nelle gare WEC, che sono di durata, vedo che vi prendete a sportellate e fate praticamente le gare sprint, avete invertito i concetti?
“No, guarda che c'è più gestione gomme, benzina e strategie di quello che potrebbe sembrare. Ovviamente distribuiti su stint di gara lunghi. Dipende molto dalla strategia che impone prima della gara, o magari può cambiare dopo, durante la gara. Devi essere molto flessibile e adeguarti alle condizioni. C'è molta più comunicazione dal punto di vista strategico, direi. La gara è molto più complicata di quella di F.1, lo posso garantire, per le tante variabili in gioco”.