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Dopo una lunga gestazione la Dallara Stradale è finalmente divenuta realtà. Uno dei più grandi sogni dell’ingegner Giampaolo Dallara ha mosso i primi passi fuori dalla fabbrica fondata 45 anni fa proprio oggi, con al volante il padre che da tempo era alla ricerca di una vettura che coronasse la sua carriera ricca di successi, portando su strada il know-how acquisito durante un’era come costruttore di vetture da competizione.
Nel 2015 un team di 20 ingegneri e 5 meccanici si è dedicato alla realizzazione di una vettura che fosse in grado di far riscoprire il puro piacere di guida su strada e in pista. “Mi piace pensare – commenta l’ingegner Dallara – che Colin Champman, da me ammirato fin dai tempi della Lotus Seven, approverebbe l’essenzialità e la semplicità di questa vettura. In questo progetto c’è tutto ciò che abbiamo imparato dalle corse e dalle collaborazioni con i nostri clienti. Sono convinto che chi utilizzerà questa vettura potrà provare il gusto del viaggio per il viaggio, la voglia di salire in macchina per fare un bel giro, il piacere della guida.”
Quattro in uno. Di base la Dallara Stradale è configurata come una barchetta speedster a due posti secchi senza portiere, puro richiamo al mondo delle corse. C’è la possibilità di trasformarla in roadster aggiungendo un parabrezza, in targa con un T-frame e infine può diventare coupé con l’aggiunta di portiere ad ali di gabbiano. Per l’uso in pista è prevista l’installazione di un’ala fissa che raggiunge eccezionali livelli di carico aerodinamico, oltre a sospensioni regolabili che possono abbassare l’assetto dell’auto, oltre a garantire il massimo comfort in tutto le situazioni.
Il cambio è un manuale a 6 marce, ma sarà disponibile anche un sequenziale con comandi al volante per ridurre i tempi di cambiata. Per entrambi i casi sono previste le mappature ‘normal’ e ‘sport’.
Grazie a una raffinata ricerca dei materiale e alle tecniche di lavorazione, è stato possibile contenere il peso della vettura in 855 kg, grazie alla logica “materiali e processi legati alla funzione”: Preimpregnati in autoclave per la monoscocca, long fiber compression moulding per i componenti strutturali della carrozzeria. Body panel sistem per pannelli esterni e carbon sheet moulding per i rinforzi.
Il piacere di guida è stato bilanciato con le prestazioni che la vettura è in grado di offrire, tramite un lungo lavoro al simulatore, dove dei piloti professionisti hanno affiancato tecnici e ingegneri per riuscire a raggiungere il miglior assetto per quanto riguarda la tarature di ogni reparto della cinematica della vettura.
Numerose sessioni in galleria del vento e di sviluppo virtuale al CFD, hanno consentito di raggiungere valori di carico verticale più alti tra le vetture GT stradali, con più di 820 kg di downforce alla massima velocità. Tradotto, a 280 km/h sareste teoricamente in grado di guidare la macchina a testa in giù, oltre a potervi spingere oltre i 2G di accelerazione laterale.
Per quanto riguarda il motore, posizionato alle spalle degli occupanti, parliamo di un 4 cilindri 2.3L capace di erogare 400 CV e 500 Nm di coppia, sufficienti per far scattale la Stradale da 0 a 100 in 3,25 secondi e proiettarla fino a 280 Km/h.