Dalla F1 alla vittoria a Le Mans con la Ferrari, Antonio Giovinazzi: “Quando i miei compagni guidano la 499P mi sembra di essere a bordo insieme a loro”

Dalla F1 alla vittoria a Le Mans con la Ferrari, Antonio Giovinazzi: “Quando i miei compagni guidano la 499P mi sembra di essere a bordo insieme a loro”
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Il passaggio dalla Formula 1 al WEC, la vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2023 con la Ferrari 499P n.51 e quella sensazione speciale di condivisione con i compagni di squadra nel mondiale Endurance: Antonio Giovinazzi si racconta nella nostra intervista
27 ottobre 2024

“Ormai è passato tanto tempo, però ricordo veramente tutti i dettagli di quel momento”: la vittoria della Ferrari 499P n.51 alla 24 Ore di Le Mans 2023 sarà anche ormai archiviata, ma Antonio Giovinazzi ha tatuate nella mente le immagini di un successo storico. "È stato uno dei momenti più belli della mia carriera – ci racconta quando lo incontriamo alle Finali Mondiali della Rossa a Imola – vincere una gara così importante, nel centenario di Le Mans con la Ferrari al ritorno nella classica è stato qualcosa di fantastico”.

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Non poteva che essere così, visto il risultato titanico ottenuto dalla 499P n.51 che Giovinazzi condivide con Alessandro Pier Guidi e James Calado difendendo i colori di uno dei marchi più iconici del nostro paese. “È un ricordo bellissimo – sottolinea -. Non è stato facilissimo perché arrivavamo sicuramente da risultati non buonissimi, con una macchina nuova, che aveva meno di un anno. In queste condizioni, già finire la corsa rappresentava un obiettivo sfidante, figuriamoci vincerla”.

Con lo splendido successo colto a Le Mans con la Ferrari Antonio ha dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che c’è vita oltre la Formula 1. Ma il salto dal Circus al mondiale Endurance non è per nulla banale, non solo per le differenze a livello di vettura, ma anche e soprattutto per il contesto sportivo. “È stato un cambiamento abbastanza grosso – riflette - arrivavo dalla F1 con una macchina completamente diversa, ma l’aspetto più complesso è stato sicuramente il format del campionato, molto differente”.

“Alla fine, una macchina si guida più o meno nello stesso modo. Anche se hai meno carico e meno velocità, la guidabilità è la stessa. Condividere la macchina con altri due piloti e affrontare il traffico delle GT in pista sono i due aspetti su cui ho lavorato di più. Mi ha aiutato moltissimo poter contare su due piloti di esperienza come James e Ale che corrono in questo campionato da tantissimi anni, vincendo anche un mondiale. Grazie a loro sono riuscito a entrare nel mood abbastanza velocemente. Poi in ogni gara si impara sempre qualcosa. Dall’anno scorso a oggi ho compiuto un paio di step importanti e continuerò a fare passi in avanti”.

Ma come si sente Giovinazzi quando in macchina c’è uno dei suoi compagni di squadra e non lui? “È una sensazione che non avevo mai provato nella mia carriera, perché alla fine noi corriamo sempre soli. Il team, i meccanici, gli ingegneri erano la mia squadra, e adesso ne fanno parte anche altri due piloti. Quando sono loro in macchina è come se ci fossi anche io. È stranissimo, essendo stato abituato sin da piccolo a correre da solo. Fa un grandissimo piacere, però”.

“C’è un grande spirito di condivisione, che ti spinge a pensare mentre guidi a come lasciare la macchina nelle migliori condizioni, anche in termini di gomme, al tuo compagno di squadra. È una riflessione che si fa continuamente, che non avevo avuto nella mia carriera”. Non è invece nuovo l’impegno di Antonio al simulatore con la Ferrari. Ma qual è la qualità della correlazione tra i dati offerti dal virtuale oggi e la pista? “I simulatori ormai hanno raggiunto un grandissimo livello, io ho tantissima esperienza sia per la F1 che per il WEC, e la correlazione è molto simile”.

“È importante per migliorare la macchina – aggiunge Antonio -. Ovviamente non è possibile replicare il traffico e la gara. Ma il simulatore non serve a questo, quanto a migliorare la vettura e svilupparla al meglio viste le limitazioni ai test”. Il simulatore è promosso, ma cosa dice invece della stagione della sua 499P n.51 Giovinazzi? “Abbiamo l’amaro in bocca, perché abbiamo quasi sempre dimostrato di essere la vettura più veloce, ma abbiamo portato pochissimo a casa”.

Ci sono quelle stagioni in cui va tutto storto, ma abbiamo un’ultima gara in cui cercare di portare un ottimo risultato a casa, per poi avere la motivazione e la carica giuste per ricominciare il prossimo anno”. Domani, insomma, è un altro giorno. D’altronde, l’avventura di Antonio e della Ferrari 499P nel WEC, cominciata insieme, è ancora nella sua infanzia. E c’è un’intera esistenza da vivere lontano dalla Formula 1 per un pilota che avrebbe meritato di più nel Circus e si sta finalmente tolto le soddisfazioni che gli spettavano.

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