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Il percorso è tracciato, come ogni anno, in stretta collaborazione con i Ministeri dell'Ambiente di Argentina, Cile e Perù.
L'organizzatore francese ASO e i governi locali ogni anno investono circa 120.000 dollari nello studio dell'impatto ambientale che la gara ha sui siti archeologici e di interesse naturalistico che il rally avvicina nei 15 giorni di gara.
Le emissioni procovate dai mezzi della corsa come dai veicoli di supporto logistico vengono ripagati con uno stanziamento di ben 300.000 dollari all'organizzazione Madre de Dios, che aiuta le popolazioni dell'Amazzonia a mantenere il proprio stile di vita, preservandole dall'aggressione legata alla preoccupante deforestazione del polmone verde del mondo.
Anche il riciclo dei materiali riveste un ruolo fondamentale. Nel 2012 sono stati riciclati 1,5 tonnellate di alluminio e plastica e ben 19 tonnellate di pneumatici. Il tutto avviene sotto la supervisione delle autorità governative locali. 7.000 i litri di olio esausto sono stati smaltiti correttamente.
Non di meno va sottolineato l'impegno di 200 volontari che, passata la carovana della Dakar, si occupano di ripulire l'ambiente. Anche dai rifiuti degli spettatori che sempre più numerosi seguono questo avvincente Rally.