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Nazca, 8 gennaio. Nuova sessione notturna del tribunale della Dakar, e questa volta per tornare sulla decisione presa ieri in favore di Carlos Sainz. Nulla di fatto, dunque, l’”abbuono” è stato ritenuto non coerente con il fatto che la vettura dello spagnolo era equipaggiata con un secondo GPS che funzionava perfettamente, e tutto come prima, con Peterhansel che ha visto incrementare il proprio vantaggio sullo spagnolo ancor prima di partire nella Nazca-Arequipa.
Pochi ci avrebbero scommesso. Pochissimi, se non forse gli entusiasti ideatori e costruttori del Buggy Qatar-Red Bull, avrebbero messo la firma sul risultato che le macchine di Al-Attiya e Carlos Sainz stanno ottenendo in questa prima parte della Dakar. Niente da dire, sono tra le auto da battere ed hanno già strabiliato con le loro performance.
Chiaro che l’origine del Buggy, attribuibile al realizzatore americano Demon Jefferies, e l’esperienza del vincitore del 2011 confluiscono in una macchina il cui biglietto da visita è una garanzia, ma il risultato, tenuto conto della competitività delle Mini All4 Racing, richiama ancora il nuovo regolamento della Dakar 2013, che sembra fatto apposta per favorire le leggere e agili due ruote motrici. Il nuovo limite di 39mm della flangia di ammissione, ed il sistema automatico di gonfiaggio e sgonfiaggio degli pneumatici, sono un’accoppiata vincente.
Soprattutto sulla sabbia e per il superamento delle dune. Già, c’è da ricordare che anche questa prima parte della Dakar, essenzialmente sabbiosa, è un altro vantaggio per i Buggy (e per il mostro arancione di Gordon). Aspettiamo, dunque, la seconda parte della corsa, che si svilupperà su terreni in prevalenza duri, per avere elementi più attendibili e trarre le nostre conclusioni.