Daimler oltre il Covid19: anche la ricca gamma Mercedes ridimensiona piattaforme e varianti tecniche

Lo sappiamo da anni che lo sforzo per trasformare il prodotto auto e i relativi costruttori in un ecosistema fatto di modelli elettrificati, connessi e servizi di ogni genere, costa. Costa tanto e si mischiano settori in modo tale che i vecchi vantaggi competitivi di puro settore automotive vanno a perdere di valore. Allora? Allora da tempo gente che quei vantaggi li ha e non li vuole perdere, ha preso contromisure.

Piani industriali condivisi con nuovi partner per elevare i budget, andando a pescare fuori dal settore auto e persino tra i rivali. Ma c’è un limite, un limite per tutti. Anche quelli che le macchine le hanno inventate e oggi dominano i mercati facendo riferimento per molti aspetti delle quattro ruote, inclusa la F1. Parliamo della Mercedes-Benz.

Alcune delle ultime dichiarazioni dei dirigenti, aprono a una possibile e logica riduzione delle vaste gamme (oltre i 40 modelli). Non tanto di nome e allestimento modello in listino prezzi, quanto di sistemi a monte. A livello industriale ci sono complessità non da poco, per un colosso come Daimler e quindi Mercedes, rispetto agli altri. Anche loro, in prospettiva, potranno fare quanto altri hanno palesemente attuato da tempo: usare meno piattaforme, meno sistemi dedicati, forse anche meno modelli iconici per come li conosciamo oggi. I

l pacchetto e i modelli da fuori saranno sempre premium, però può darsi venga detto basta a elementi usati solo in pochi numeri e non condivisi. A qualcuno sovvengono certe Classe G, S ed SL, o anche AMG, come la GT. Chi teme anche per il motore V12 al momento può dormire sonni tranquilli, i tedeschi lo sfoderano ancora tra i loro plus sotto al cofano (non si sa per quanto, per esempio dopo il prossimo gradino sulle emissioni).