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Nel bel mezzo di un viaggio Milano a Malaga arriva una valanga di telefonate e l'invito ad una conferenza stampa su un cambiamento epocale: da Alfa Romeo Milano a Alfa Romeo Junior. Questo repentino cambio di nome, motivato dalle pressioni del governo italiano per un nome meno "italian sounding", ha sorpreso molti, tutti. Tuttavia, il nuovo nome, Junior, sembra avere un effetto positivo, liberando la macchina da controversie e aggiungendo un tocco di freschezza alla sua storia. E voi come la pensate?
Sappiate che l'annuncio ha suscitato reazioni contrastanti, con molti critici che evidenziano le origini polacche e francesi della vettura. Tuttavia, il nome Junior è parte della storia di Alfa Romeo e potrebbe essere un'ottima mossa di marketing, distogliendo l'attenzione dalla polemica sui dettagli tecnici e enfatizzando l'eredità dell'azienda. Certo, l'operazione comporta costi e sforzi aggiuntivi, ma potrebbe portare a una maggiore accettazione e successo commerciale nel lungo periodo.
In realtà questa contrapposizione fra il Ministro Urso e Alfa Romeo, sfociata nella controversia sul nome della Milano, ha origini e motivazioni più lontane, cominciate sui tavoli del Dicastero per risolvere importanti questioni legate agli esuberi e ricollocazioni negli stabilimenti italiani, alle minacce di far entrare la concorrenza cinese, alle contro-minacce di richiesta di assunzione di responsabilità per le conseguenze nei confronti degli italiani. Molti pareri legali sulla questione dell'italian sounding ritenuta fuorilegge è stata ridimensionata perché inconsistente, visti i numerosi interessi dl Alfa in Italia fra stabilimenti, Centro Stile, Centro Prove eccetera, ma dalle parole di Jean-Philippe Imparato (per la verità molto accorate e "sentite") s'intuisce che un clima di guerra giudiziaria - o anche solo di guerra fredda - con il Governo non sarebbe di alcun aiuto al successo di pubblico, che è l'obiettivo numero 1 della nuova Alfa Romeo Junior.