Cross-Country Rally 2017. A Sunderland (KTM) e Al Qassimi, Peugeot, il Rally di Abu Dhabi

Cross-Country Rally 2017. A Sunderland (KTM) e Al Qassimi, Peugeot, il Rally di Abu Dhabi
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Altalena di risultati nella gara delle Moto, infine vinta per la prima volta dall’”Autoctono” e vincitore della Dakar Sam Sunderland, e incredibile colpo di scena nella Gara della Auto, Al-Attiyah fuori e l’arci rivale Al Qassimi primo
6 aprile 2017

Abu Dhabi (UAE), 6 Aprile 2017. Il Mondiale Cross-Country Rally per le Moto parte da Abu Dhabi, e da qui passa l’omologa Coppa del Mondo FIA delle Auto, per il primo appuntamento di una certa importanza, improntata anche alla tradizione dell’Evento. Il Rally di Abu Dhabi, precisamente l’Abu Dhabi Desert Challenge che ha sostituito l’originario UAE Desert Challenge delle dune di Dubai, insomma, oggi si direbbe che è uno dei pochi “classici” della disciplina del Cross-Country Rally, o Rallye-Raid alla francese che dir si voglia, anche se i fasti del passato, soprattutto in termini di partecipazione, sono un ricordo ormai lontano.

Nato nel 1991, il Desert Challenge di Abu Dhabi è stato vinto dai più grandi nomi della specialità, e conta ancor oggi due recordman leggendari del calibro di Jean-Louis Schlesser nell’albo d’oro delle auto, sei vittorie, e Marc Coma in quello delle Moto, otto successi.

Veniamo alla storia recente. Nel 2015 vinsero Toby Price, con la KTM con la quale l’australiano si era appena aggiudicato la Dakar, e Nasser Al-Attiyah, con la Toyota con la quale avrebbe vinto poi tutti Rally a cui ha partecipato concludendo la stagione con il nuovo Titolo iridato.

Il Rally delle dune è caratterizzato da una delicata impostazione tattica. Nel senso che la gara è equilibrata da analoghe forze in campo, partire bene è davvero metà dell’opera, ovvero il modo migliore per controllare l’andamento della Corsa in funzione degli avversari alle spalle

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Quest’anno le cose sono andate in modo per certi versi analogo, parliamo della gara delle Moto, e in modo assolutamente clamoroso e inaspettato per quanto riguarda la Gara delle Auto. Vediamo.

Il Rally delle dune è caratterizzato da una delicata impostazione tattica. Nel senso che la gara è equilibrata da analoghe forze in campo, partire bene è davvero metà dell’opera, ovvero il modo migliore per controllare l’andamento della Corsa in funzione degli avversari alle spalle. La regola delle partenze sincronizzate con il risultato di Tappa, in presenza di scarsa navigazione, impone di badare al risultato di ciascun giorno di gara in funzione del risultato dell’ultimo giorno. I leader della corsa si alternano quotidianamente, e solo un colpo di scena può interrompere la trafila.

Sam Sunderland, l’inglese di stanza negli Emirati salito agli onori della cronaca, e della Storia, con la vittoria dell’ultima Dakar Paraguay-Bolivia-Argentina, aveva vinto subito il Super Special Stage spettacolo inaugurale, ma soprattutto la prima Speciale di Yas Marina, prendendo così un piccolo vantaggio da amministrare. Il giorno successivo aveva vinto, a sorpresa, Pierre-Alexandre Renet, e in testa al Rally era salito Paulo Gonçalves, l’avversario più in forma. Ma era solo questione di tempo, e il giochetto del “trenino” poteva saltare solo se Matthias Walkner, che in un primo tempo aveva vinto la speciale, non fosse stato penalizzato per un eccesso di velocità, e se Kevin Benavides non fosse caduto danneggiando il cambio della sua Honda. Proprio Benavides, partito indietro nella penultima Speciale, aveva vinto la frazione favorendo la risalita del compagno di Squadra Gonçalves, ma la situazione alla vigilia dell’ultima tappa era solo apparentemente incerta ed equilibrata. Sunderland, infatti, partito dalla ottava posizione, non aveva ha la minima difficoltà a recuperare il minuto e poco più di svantaggio e a scavalcare, ancora una volta, non solo Gonçalves, ma anche Renet e Walkner che lo stavano “provvisoriamente” precedendo.

Con 4 successi parziali e il vantaggio di oltre sei minuti su Pablo Quintanilla, regolarissimo protagonista “intermedio”, e di oltre otto minuti su Matthias Walkner, Sam Sunderland, primo inglese sul tetto della Dakar, è il nuovo vincitore, nuovo anche per lui che non aveva mai vinto in “casa”, dell'Abu Dhabi Desert Challenge 2017.

Senza alcuna emozione, quasi noiosa fino all’ultimo giorno, la Gara delle Auto è stata, poi, rovesciata da un colpo di scena che definire sensazionale è quasi offensivo. Inimmaginabile, la cavalcata trionfale della Toyota di Nasser Al-Attiyah, per tutta la stagione scorsa imbattuta e vincitrice di cinque delle sei frazioni del Rally, doveva interrompersi pochi chilometri dopo il via della speciale del gran finale, lasciando esterrefatto il Manager della Squadra, Jean-Marc Fortin, che non riesce ancora a spiegarsi come un simile fatto possa essere accaduto.

Al-Attiyah, in coppia con l’inseparabile navigatore francese Mathieu Baumel, non solo aveva vinto le cinque tappe precedenti, ma contrariamente a quanto era successo nella equilibrata gara delle Moto, aveva imposto la legge categorica del più forte, arrivando ad accumulare un vantaggio di ben un’ora e tre quarti sul più diretto, si fa per dire, avversario, il bravo ma impotente Sheik Khalid Al-Qassimi in gara con la Peugeot ex-Dakar della Squadra ufficiale francese. L’evento disastroso è imputato ad un momento di “fuori fase” nel quale la Macchina è potuta partire incontrollata in tonneau. Rimessa in pista la Toyota con i mezzi di fortuna a disposizione, tuttavia l’Equipaggio si è arreso pochi chilometri più avanti, vanificando definitivamente una nuova grande opportunità. Decisamente, non è un inizio di stagione favorevole per uno degli Equipaggi più forti e costanti del panorama automobilistico dei Rallye-Raid, e non lo è neanche per il Team, che non solo ha perso una facile leadership di Coppa del Mondo con il suo Equipaggio di punta, ma ha anche quella della vigilia dell’Equipaggio Domzala-Szymon, che era salita in vetta alla generale provvisoria di Campionato dopo la Baja Russia del Febbraio scorso. Il motivo? Ancora più clamoroso. Il Pilota, il polacco Aaron Domzala, è uscito sconfitto dalla sfida dell’oceano di dune a causa del… mal di mare!

Al-Qassimi vince dunque meritatamente, davanti a Prokop e Abu-Issa e al quarto tentativo nel Cross-Country, tra l’altro riportando a casa il Trofeo che era stato vinto da un pilota degli Emirati solo nelle prime due edizioni, Mattar nel 1990 e nel 1991.

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