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Non una grande storia agonistica, ma un grande, doppio risultato. Sono cose che succedono quando a scandire il ritmo è un Campione “autentico” e consapevole dei propri mezzi. Due Campioni, per l’esattezza. Toby Price, il vincitore della Dakar delle Moto, e Nasser Al Attiyah, due volte vincitore della Dakar, secondo quest’anno dietro alla Peugeot di Peterhansel, e comunque Campione del Mondo in carica. Non hanno avuto avversari, come si dice, Al Attiyah ancor meno di Toby Price. Diverse, a causa del differente livello di competitività, le dinamiche della sfida del deserto di Abu Dhabi delle auto e quella delle moto, ma del tuto simile l’epilogo, già scritto sin dalle prime battute del Rally degli Emirati.
Il Rally delle Auto si preannunciava, “politicamente” ancor prima che agonisticamente, caldo. Al Attiyah era salito sulla Toyota Overdrive poco prima dell’inizio del Mondiale, con un annuncio che aveva destato un certo clamore, e di rimando Al Rajhi aveva scelto la Mini All4 Racing ufficiale. E non bisogna dimenticare il russo Vladimir Vasilev, che era il Campione in carica. Durante le primissime battute del Rally, il Super Special Stage più lungo di nome che di fatto, appena un chilometro e mezzo, le carte migliori erano rimaste ancora coperte. Tutto era iniziato con una vittoria dell’ex motociclista polacco Przygonski, Mini, che si era imposto sul debuttante americano Menzies e su Hirvonen. Ma questa era la tappa “zero”. Dal giorno successivo, infatti, Al Attiyah e Mathieu Baumel prendevano in mano le redini del Rally e scontavano appena la quarta tappa, vinta per la prima volta da Hirvonen, il finlandese per la prima volta in gara sulle dune “vere” di Abu Dhabi.
Per Nasser Al Attiyah è un successo chiaro e molto promettente. Certifica quello che si era già visto alla Dakar, ovvero che le Toyota hanno raggiunto il livello di performance delle attuali Mini, e che il Principe del Qatar è seriamente intenzionato a giocarsi le Olimpiadi di Skeet a Rio con un buon acconto anche sulla Coppa del Mondo Cross-Country Rally. Non si parla ancora di Dakar 2017, e se se ne parla si dice che Al Atiyah sia andato a bussare alla porta di Peugeot, ma il fuoriclasse del Qatar è senza dubbio contento dell’attuale scelta tecnica. Per la prima volta dal 2008, le Toyota Overdrive di Jean-Marc Fortin sbancano un Mondiale, a Abu Dhabi, e se gran parte del merito va naturalmente all’Equipaggio è chiaro che il “prodotto” ormai è più che competitivo, per la gioia dei numerosi clienti che possono ora contare su una Macchina “concorrenziale” e, relativamente ai costi in gioco e senza fare dello spirito, anche economica. Sven Quandt si consola, o fa buon viso a cattivo gioco visto che il distacco di Al Rajhi da Al Attiyah ammonta a oltre mezz’ora, ricordando che alle spalle di “Al At” ci sono ben quattro Mini All4 Racing, quelle di Al Rajhi, appunto, Hirvonen, Menzies e Przygonski, e che più indietro ma con una buona performance, Jutta Kleinsmidt sta lavorando sul Buggy che verrà.
Più apparentemente eccitante la Gara delle moto, ma dietro alla facciata di un serrato confronto a tre c’è, in realtà, la netta supremazia di uno soltanto. Sui Rally corti, e cinque tappe per poco più di 1.500 chilometri fanno dell’”ADAC” un Rally breve, non c’è scelta tattica. Bisogna attaccare sin dall’inizio, per poi avere la possibilità di gestire il patrimonio acquisito nelle prime battute e proteggersi dagli assalti degli avversari. È quello che ha fatto, così come aveva fatto nelle tappe centrali della Dakar, Toby Price, l’australiano rivelazione della specialità. Price ha vinto il primo giorno, conta poco, e il secondo al termine della lunga prima tappa, solo in parte favorito dalle condizioni atipiche del deserto degli Emirati (pioggia!). Alle spalle di Price si sono dati un gran da fare Sam Sunderland, che è Pilota di casa e tornava in pista dopo la brutta frattura del femore del Merzouga, che gli era costata la Dakar, e Pablo Quintanilla, nuova realtà cilena che aveva debuttato da ufficiale proprio a Abu Dhabi, lo scorso anno, con un bellissimo terzo posto. Con un sia pur picccolo vantaggio, tuttavia, Price ha potuto regolare gli avversari con una certa facilità, limitandosi ad interpretare alla perfezione la tattica del “trenino”.
Ha lasciato “rinvenire” gli avversari diretti, ha creato quello spazio nel quale Helder Rodrigues e Pierre-Alexandre Renet hanno trovato una vittoria di giornata ciascuno, ha addirittura consentito a Quintanilla di passare al comando del Rally ad una Tappa dalla fine. Ma come da copione, e in questo caso la sceneggiatura si adatta perfettamente al ruolo di un attore con la forza ridondante del protagonista, nell’ultima, cruciale giornata di Gara Toby Price si è ripreso tutto, vittoria di tappa e Rally. Per Sunderland e per Quintanilla, secondo e terzo, il risultato è globalmente buono, e ancor più lo è per i Marchi del Gruppo KTM, ma senza dubbio non tale da accontentare gli sconfitti, anche se di misura. Con ogni buona probabilità sono più contenti l’autoctono Al Balooshi, quarto, o Renet, quinto, e senz’altro euforiche sono Laia Sanz, che ha ottenuto il sesto posto assoluto, e Camelia Liparoti che, tredicesima assoluta, è seconda nella classifica dei Quad vinta dal Campione Polacco Rafal Sonik. Tra quindici giorni tocca al Sealine Rally del Qatar, solitamente un affare quasi privato, o per pochi intimi, poi il Mondiale delle Moto prenderà finalmente la strada più seria del Sardegna Rally Race di inizio Giugno, mentre la pattuglia della Coppa del Mondo delle Auto si sposterà, dopo il salto del Faraoni, verso l’Italian Baja.
Foto: Facebook Abu Dhabi Desert Challenge