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Nemmeno il tempo di piangere, giustamente, le circa trenta vittime del crollo autostradale odierno a Genova ed ecco spuntare dichiarazioni che fanno quasi rabbrividire. Già, il caso vuole che quella che oggi è una forza di maggioranza del governo italiano, con il Ministro Toninelli primo chiamato in causa quando si parla di infrastrutture, abbia tenuto sulle pagine della propria sezione locale genovese documenti e dichiarazioni contro le nuove opere stradali in discussione nel 2013.
Cinque anni orsono, come vi mostriamo dallo screen completo del sito Movimento 5 Stelle di Genova (ritratto come era al momento, non da fonti social) la forza politica oggi a capo del Ministero dava spazio ai comitati NoGronda. Tra chi remava contro quella nuova bretella autostradale ligure, capace a regime di alleggerire il traffico ma anche di scardinare equilibri esistenti da tempo, si usò anche citare studi a favore della bontà e della solidità del vecchio Viadotto Morandi, da continuare invece a sfruttare.
È proprio quello oggi crollato, sbalordendo in negativo l’Italia e non solo. "Potrebbe stare su altri cento anni" si diceva, basandosi su una relazione di Autostrade del 2009. La relazione, che a onore di vero indicava le normali manutenzioni da eseguire regolarmente, sarebbe stata anche ripresa dal Bollettino Ingegneri di Genova e qualcuno del Movimento 5 Stelle, riportò usando toni politici della "favoletta del crollo del ponte Morandi". Una frase oggi molto grigia e triste, ma che da puri politici si potrebbe anche adottare... Per certi scopi, senza sapere che possa crollare realmente. Quello che più meraviglia sono le ipotesi a lungo termine fatte da chi in teoria dovrebbe saperne più dei politici e degli utenti, quelli che poi perdono la vita senza colpe.
È il solito cane che si morde la coda, finché tra i controllori figura anche il controllato. Liguri che si lamentavano (giustamente) del ponte da sistemare, da anni, altri che prima si aggrappano a relazioni e dibattiti forse discutibili, ma che ora invece gridano allo scandalo più dei primi (di post contro Autostrade ce ne sono a centinaia oggi, sui social).
Intanto è accaduto quanto di peggio possa accadere a una rete autostradale, ai suoi utenti, in Italia e non sappiamo ancora bene perché, per colpa di cosa e di chi. Sappiamo solo che non doveva accadere, come qualunque ingegnere o architetto che operi nelle costruzioni ci ha detto oggi, a caldo. Un viadotto come quello è cosa seria da gestire, continuamente, regolamente, con verifiche e manutenzioni programmate di un livello che chi ha progettato poteva aver pianificato.
In ogni caso oggi, da governanti, i rappresentanti di quella forza politica al tempo in supporto della A10 come è ora e che diede spazio alla frase infelice, hanno da gestire il tema delle grandi opere tra cui quelle stradali. Il ministro dei Trasporti Toninelli aveva recentemente inserito proprio quella Gronda genovese tra le infrastrutture che possono essere “riviste” e in caso anche abbandonate, se i rapporti costi-benefici non sono coerenti.