Crollo ponte Morandi. Si dimette Santoro, commissario scelto da Toninelli

Crollo ponte Morandi. Si dimette Santoro, commissario scelto da Toninelli
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Bruno Santoro è tra gli indagati. Verifiche dei pm sui rapporti tra manager e funzionari
10 settembre 2018

Bruno Santoro si è dimesso dopo essere finito nella lista degli indagati per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e omicidio stradale. L’evidente conflitto di interessi rischiava di minare la credibilità dell’organismo che nelle intenzioni dichiarate proprio da Toninelli deve «accertare le cause del disastro».

Scrive il Mit in una nota: «L’ingegner Bruno Santoro ha rassegnato spontaneamente le proprie dimissioni dalla Commissione ispettiva del Mit che opera per individuare le cause del crollo del Ponte Morandi. Il ministero, ringraziandolo per la sensibilità e la professionalità dimostrate, precisa che appena dal 23 marzo scorso Santoro è dirigente della Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali. E che presso tale divisione egli non ebbe competenza alcuna sul progetto di manutenzione straordinaria presentato da Autostrade per il Ponte Morandi. In relazione, poi, alle cosiddette “consulenze” per Aspi, si fa notare che i collaudi delle opere in concessione vengono regolarmente effettuati dalle strutture del concedente a spese del concessionario. E si conferma che gli incarichi dell’ingegner Santoro sono stati debitamente autorizzati anni fa dall’amministrazione, all’epoca in cui Santoro era in servizio presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici». 

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In seguito la situazione si è aggravata con la notifica degli avvisi di garanzia in vista dell’incidente probatorio che la procura ha chiesto di svolgere al più presto per «preservare le fonti di prova» prima della demolizione del ponte, dunque per la catalogazione dei reperti. E in vista delle verifiche che dovranno stabilire le cause del crollo. I documenti acquisiti dai magistrati dimostrano che alle Infrastrutture, così come ad Autostrade, erano consapevoli dei rischi rappresentati dal viadotto ma non sono intervenuti. Secondo fonti del ministero, la commissione potrebbe terminare il proprio lavoro entro questo mese. Dunque in una fase caldissima per gli accertamenti della magistratura che vanno dall’esame dei documenti sequestrati all’interrogatorio dei testimoni, passando per le verifiche che riguardano proprio il ruolo degli indagati. Santoro compreso.

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