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Una manifestazione dai toni accesi, per chiedere risposte in tempi rapidi su problemi come il lavoro, la viabilità e la sanità. È quella andata in scena a Genova da parte di chi, dopo il 14 agosto, su questi tre aspetti si trova in netta crisi, avendo residenza nei pressi del Ponte Morandi, quello tragicamente crollato.
Nonostante l’impegno e le molte dichiarazioni rassicuranti delle istituzioni a livello locale e nazionale (es. il Ministro Toninelli) la voce di protesta si è fatta sentire per la prima volta in questa dimensione, chiedendo tempi più rapidi per riattivare quanto si è bruscamente interrotto, insieme al flusso di veicoli sul viadotto.
Rivolgendosi a Toti (Regione) e Bucci (commissario) ovvero i referenti più diretti a Genova, i manifestanti hanno preteso risposte entro un mese, altrimenti sono pronti a tornare in piazza e persino bloccare la città.
Tra gli slogan anche quello di “liberazione della Valpolcevera" una zona divenuta più isolata dopo la frattura, difficile da vivere a livello sia sociale sia lavorativo, da troppo tempo per chi vi vive.
Sul fronte finanziamenti, per la ricostruzione e in quanto alla qualità del progetto, per il nuovo viadotto, Violeta Bulc e il ministro per le Infrastrutture danno ragguagli. Si ricorda che anche l'Europa può aiutare Genova e che il decreto genovese sarà ancora migliorato, senza limitazioni. Intanto le difficoltà, dopo un disastro di tale portata, ovviamente permangono e non solo per la viabilità.