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Anche Intel scende in campo per risolvere la crisi dei semiconduttori, dovuta alla capacità produttive globale insufficiente a far fronte alla domanda crescente dei chip. L'azienda americana, infatti, ha annunciato un investimento in Europa di 95 miliardi di dollari in dieci anni. L'amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger, nel corso di un evento al Salone di Monaco ha spiegato che il gruppo intende costruire due impianti per la produzione di microchip nel nostro continente, con l'eventualità di espandersi ulteriormente nel prossimo decennio.
I rivali di Intel non stanno a guardare. La Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, maggior produttrice di chip al mondo, investirà 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per l'aumento della produzione. Samsung Electronics, invece, ha deciso di aumentare di un terzo i propri investimenti, alzando la posta per i prossimi tre anni a 205 miliardi di dollari. Bosch, dal canto suo, ha inaugurato lo scorso giugno a Dresda una nuova fabbrica di semiconduttori, costata 1,2 miliardi, 200 milioni dei quali finanziati dall'Unione Europea. Stm, infine, ha disposto l'ampliamento della propria fabbrica di wafer di silicio ad Agrate.
Si tratta di investimenti che, nel medio periodo, potrebbero rivelarsi un balsamo per il settore auto, che sta soffrendo duramente la carenza mondiale dei chip. Diversi costruttori, tra cui Ford e General Motors, si sono visti costretti ad annunciare tagli alla produzione. Intel, in particolare, ha fatto sapere di voler dedicare un impianto in Irlanda alla sola produzione di chip per il settore auto, un mercato che, secondo le previsioni dell'ad di Intel, dovrebbe registrare una fortissima espansione nei prossimi anni.