Crisci: «I benzina Volvo sono già pronti per ospitare l'ibrido»

Crisci: «I benzina Volvo sono già pronti per ospitare l'ibrido»
Pubblicità
In occasione della presentazione italiana dei motori Drive-E, abbiamo avuto modo di parlare con Michele Crisci, Presidente di Volvo Italia, di novità, mercato, tecnologia e design
31 gennaio 2014

Verona – In occasione della presentazione italiana dei motori Drive-E, abbiamo avuto modo di parlare con Michele Crisci, Presidente di Volvo Italia, delle novità motoristiche, del mercato e della nuova corrente di pensiero che caratterizza le vetture della Casa di Göteborg.

Delle nuove motorizzazioni quale vi aspettate che vada per la maggiore?
«In Italia, su quasi tutti i segmenti, il 95% è diesel. Quindi il D4 che presentiamo oggi da 181 CV con 8 marce - se si sceglie il cambio automatico - sarà ovviamente il motore di punta sia su V60 che su XC60. Lo introdurremo poi anche su XC70 e V70 e ci aspettiamo quindi che dia una gran mano (in termini di vendite, ndr). Gli altri motori, i benzina, soprattutto il T5 e il T6, rispettivamente da 245 e 306 CV, sono motori estremamente potenti ma che in Italia non hanno molto seguito. Questi motori sono importanti perché sono tecnologicamente preparati per essere “ibridizzati”. Questo è il passo successivo che abbiamo già intrapreso l’anno scorso con la V60 ibrida plug-in e che poi l’XC 90 riporterà in auge introducendo un benzina ibrido da 400 CV».

Mentre per quanto riguarda le trasmissioni quale sarà quella più richiesta dal pubblico italiano?
«Io penso che chi userà l’auto per lavoro sicuramente opterà per il Geartronic. Per quanto riguarda il pubblico privato, forse anche per un fatto di prezzo perché ovviamente l’automatico costa di più del manuale, questo potrebbe optare per il manuale, però sicuramente dal punto di vista del piacere di guida, perché anche il divertimento è importante, il Geartronic a otto rapporti si dimostra divertente e sarà certamente apprezzato».

volvo xc60 (6)
Forte di un rinnovamento stilistico, la gamma 60 di Volvo guadagna al di sotto del cofano delle nuove unità volte a contenere consumi ed emissioni pur mantenendo le performance allo scopo di dare addio ai vecchi motori a cinque e sei cilindri

 

Il nuovo linguaggio stilistico?
«Il nuovo linguaggio stilistico è entusiasmante. L’arrivo di Thomas Ingenlath, il nuovo capo designer di Volvo ha sicuramente portato grande entusiasmo. La sua matita è francamente, secondo me, una delle migliori del panorama mondiale. Abbiamo presentato a Francoforte l’anno scorso una coupé che anticipava un po’ quelle che sono le linee future di Volvo. A Detroit, poche settimane fa, abbiamo introdotto un nuovo concetto di XC e a Ginevra avremo ancora un’altra sorpresa. Tutto finalizzato a prefigurare le linee della nuova XC 90, che invece verrà mostrata a Parigi e per cui abbiamo grandissime aspettative».

Cosa ha rappresentato il 2013 per voi?
«Il 2013 è stato, dal punto di vista industriale, un anno importantissimo per noi, perché dopo quello che ci eravamo ripromessi nel 2010 (anno in cui abbiamo lasciato il mondo Ford e abbiamo ricominciato a produrre in casa i nostri motori e le nostre piattaforme), è stato un anno in cui abbiamo portato a termine questi investimenti, quindi oggi siamo dotati completamente di tecnologia fatta in casa da Volvo. Ovviamente a livello mondiale è stato un anno molto diverso rispetto a quello italiano».

I motori benzina, soprattutto il T5 e il T6, rispettivamente da 245 e 306 CV, sono propulsori estremamente potenti. Queste unità sono importanti perché sono tecnologicamente preparate per essere “ibridizzate”


«A livello globale è stato un anno molto positivo, perché nonostante gli investimenti abbiamo risultati economici di primissimo livello. A livello Italia chiaramente abbiamo sofferto come tutto il mercato. Nel Bel Paese il mercato ormai, strutturalmente, manca di un milione di vetture rispetto a pochi anni fa, e quindi in un mercato di 1,3 milioni di unità, vendere 14.000 macchine, come abbiamo fatto noi l’anno scorso, è stato comunque un buon risultato e siamo soddisfatti. Ovviamente rispetto alle dimensioni del mercato di qualche anno fa mancano dei volumi, non solo a noi ma ai nostri concessionari. Quindi questa è stata sicuramente la più grande preoccupazione che abbiamo avuto: mantenere la rete di distribuzione in una buona salute economico-finanziaria».

«Da un punto di vista di prodotto il secondo semestre è stato migliore del primo. I facelift si sono comportati bene sia su XC60 che su V60. E poi c’è la V40, che ha completato il lancio e che è stata la vettura più venduta, quindi siamo soddisfatti. Speriamo di avere posto delle buone basi per il 2014 che comunque sarà un anno molto difficile».

Dal 2014 cosa vi aspettate?
«Il 2014, a livello di mercato, io lo vedo abbastanza piatto rispetto all’anno scorso. C’è chi dice che potrebbe essere di 30/40.000 unità più alto a livello industry ma parliamo soprattutto di noleggio e flotte, un mercato che a noi interessa molto ma che non è certamente un mercato parecchio redditizio né per noi, né per le concessionarie. In questo mercato noi contiamo di fare comunque qualcosina meglio: un migliaio di auto in più, per avvicinarci così alle 15.000 unità. Il passo è quello giusto, perché lo abbiamo intrapreso nel secondo semestre dell’anno scorso, quindi speriamo di continuare così e sicuramente questi motori nuovi che presentiamo oggi dovrebbero dare una gran mano».

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese
Pubblicità
Caricamento commenti...

Hot now