Craig Breen, l’Umanità Legata alla Vita e Segnata dalla Morte

Craig Breen, l’Umanità Legata alla Vita e Segnata dalla Morte
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L’impatto che si è portato via Craig Breen appartiene al dolore di tutti noi, costretti a perdere l’orizzonte di un uomo prima ancora del respiro del Campione
13 aprile 2023

Zagabria, Croazia, 13 Aprile 2023. Craig Breen è scomparso sulle strade del prossimo Rally di Croazia, portato via sull’asfalto del pre-evento tra Stari Golubovec e Lobor dalla fatalità di un incidente crudele, ignorante. Insensibile. Non mi importa, in questo momento, su che macchina corresse o su quali altre avesse corso, vinto o sofferto. L’uomo che se n’è andato in una fatale ingiustizia non ha i colori di una squadra o di una bandiera, è rappresentato dal grigio della tristezza e dalla luce delle belle cose vissute e fatte vivere. Era un uomo, lascia il ricordo e l’intolleranza ai dispiaceri troppo forti, la sensazione che, a volte, si nasce segnati. Ma anche questo non è importante, non abbastanza nel rilievo dell’evento tragico.

Non è giusto mai, non è giusto a 33 anni, sparire così dalla faccia della terra, eppure è nell’intensità del dramma che riconosco un diverso tipo di attaccamento alla figura di Craig. Generoso, prima di tutto, sensibile ai segni conservati nella memoria, protetti e mai risolti, come è giusto che sia nell’infinita debolezza, ma anche dell’autenticità dell’uomo. L’ho visto vivere le sue corse tra i consueti alti delle soddisfazioni e i bassi dei dispiaceri o delle contrarietà, esaltarsi dalla spinta delle sue capacità compiute nel gesto sportivo e deprimersi per le scelte sbagliate o le risoluzioni sfortunate. L’abbiamo visto tutti godersi i momenti magici della sua passione, con quegli occhi illuminati e ben più consapevoli delle parole che scendevano come valanghe di emozioni.

Quando ho conosciuto Craig Breen? Più volte sulle strade del Mondiale, soprattutto e senza dubbio quando l’ho saputo sparire dal Targa del 2021, poco dopo il podio. In quella occasione Craig era andato sulla Cefalù di nove anni prima, e aveva lasciato la coppa appena conquistata sulla curva dove aveva perso la vita il suo navigatore di allora, Gareth Roberts, in un incidente non meno incredibile per dinamica e circostanze e che non può fare a meno di saltare su dalla memoria. Che vuol dire? Quel giorno di un paio d’anni fa che sotto la tuta c’era un uomo, oggi nulla, niente che possa essere visto come un segno o un accanimento della sorte. Solo un collegamento della memoria. Ogni giorno funesto è ben più grave di qualsiasi tentativo di connetterlo ad altri eventi.

Le nostre condoglianze nell’abbraccio alla famiglia e alla comunità degli appassionati.

© Immagini – Hyundai Motorsport – WRC.com

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