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Ore di cambiamenti per la stragrande maggioranza degli italiani, che ha appreso da poco (o sta attendendo di apprendere) il colore delle proprie regioni. La politica, però, non c’entra niente e, manco a dirlo, il riferimento è alle “zone” che ancora una volta divideranno il Paese tra territori fortemente a rischio per quanto riguarda i contagi da Covid19 e territori che, invece, possono continuare a fare i conti con le restrizioni meno aggressive. Tra queste ultime c’è sicuramente la Sardegna, con dati che non preoccupano e limitazioni ridotte per i suoi abitanti.
All’estremo opposto, invece, ci sono le Marche, che da domani, sabato, saranno zona rossa vista la crescita esponenziale dei contagi nelle ultime ore e visto il trend registrato, in particolare, nella provincia di Ancona. Stessa sorte sembra destinata a toccare alla Campania e all’Emilia Romagna, dove a preoccupare è in particolare la “variante inglese” (57% dei casi). Va meglio, ma non molto, alla Lombardia, da ieri in zona arancione rafforzato e con la percentuale della variante inglese che si avvicina al 65%, costituendo una seria minaccia quindi, per l’eventuale passaggio in zona rossa. Arancione rafforzato anche per il Friuli Venezia Giulia, mentre resterà arancione la Toscana.
Nella stessa fascia, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, saranno anche Veneto, Calabria, Lazio e Puglia che fino ad oggi sono rientrati nei parametri per la zona gialla, ma che stanno facendo riscontrare una crescita dei contagi proprio in queste ore. Complessivamente, le regioni con un indice RT superiore ad 1 sono dieci: Valle d'Aosta, 1.21; Veneto, 1.08; Toscana, 1.18; provincia Trento, 1.1; Molise, 1.66; Lombardia, 1.13; Marche, 1.08; Piemonte, 1.15; Emilia Romagna 1.13 e Basilicata, 1.16. Per quanto riguarda le altre regioni: Abruzzo, 0,96; Calabria, 0.81; Campania, 0.96; Friuli Venezia Giulia, 0.92; Lazio, 0.98; Liguria, 0.96; provincia di Bolzano, 0.75; Puglia, 0.93; Sardegna, 0.67; Sicilia, 0.79; Umbria, 0.79;