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Ogni giorno (anzi, ogni notte), diecine di migliaia di contravvenzioni vengono elevate in Italia grazie ai dispositivi fotografici notturni che ormai tutti i Comuni piazzano anche (anzi, soprattutto) nei tratti stradali meno pericolosi al solo scopo di fare quattrini. Può succedere però che un automobilista si veda recapitare una raccomandata con richiesta di pagamento di una consistente multa per avere superato di poco i limiti di velocità in un tratto stradale che mai si è sognato di percorrere. E’ accaduto ad un nostro affezionato lettore residente a Genova, che chiameremo con il suo nome: Luciano.
Dunque, incominciamo dall’inizio. La prima raccomandata, inviatagli dal Corpo di polizia locale della Città Metropolitana di Milano in data 8 ottobre scorso, gli contesta che la sua vettura Skoda Rapid targata EP 121 ZX transitava a 117 km/h in un tratto della provinciale Milano-Meda sul quale vigeva il limite dei 100 km/h. Dunque, non proprio una velocità folle, ma meritevole di una multa di 177 euro e della decurtazione di tre punti dalla patente.
Senonché, esaminando accuratamente, dopo averla ingrandita, la foto notturna scattata dal dispositivo e allegata al verbale di contravvenzione, il signor Luciano si accorgeva che la vettura ripresa non era una Skoda Rapid, ma era una Renault Kadjar e soprattutto che le cifre e i numeri della targa erano posizionati in maniera differente da quelli della targa della sua vettura.
Inoltre, nella foto notturna non compariva la nazionalità del veicolo, in quanto la parte delle targhe riservata alla sigla di nazionalità (I per l’Italia, F per la Francia, eccetera), ovvero la striscia di colore blu, non è catarifrangente, per cui la telecamera notturna rileva solo il numero della targa (catarifrangente) ma non la nazionalità del veicolo.
Infine, era di tutta evidenza che nella targa fotografata, tra le cifre 121 e le lettere ZX c’era uno spazio vuoto, spazio che nelle targhe italiane non esiste, il che confermava la supposizione che, con ogni probabilità, si fosse trattato di una vettura straniera. A meno che non si fosse di fronte ad un caso di clonazione di targa realizzato grossolanamente da incompetenti.
Inviato il ricorso al Prefetto di Milano in data 9 novembre, passano due giorni e il postino consegna al signor Luciano una seconda raccomandata: stesso mittente, stessa infrazione. La sua Skoda Rapid targata EP 121 ZX sarebbe transitata sulla provinciale Milano-Meda, incappando, alle ore 1,28 del 12 ottobre, nella telecamera. Ma la foto che documenta l’infrazione presenta le stesse caratteristiche di quella precedente: cifre e lettere della targa uguali a quelle della sua Skoda, ma posizionate differentemente, e profilo della vettura multata completamente diverso. A questo punto, il signor Luciano invia una cortese mail al comandante della Polizia locale della Città Metropolitana di Milano, nella quale, dopo aver sintetizzato quanto già comunicato nel ricorso al Prefetto, scrive:
«Certo di poter contare sulla Sua professionalità e il Suo senso civico, mi premuro di informarLa subito dell’inconveniente onde fare in modo che, qualora dovessero ripetersi ulteriori rilevamenti su quel tratto stradale (cosa assai probabile, dato che trattasi evidentemente di una vettura con targa straniera frequentemente in transito nella zona), si prenda in considerazione la diversa disposizione delle cifre e delle lettere della targa rispetto alle targhe italiane nelle quali non esiste alcuno spazio tra le tre cifre centrali e le due ultime lettere finali. Infatti, non si può fare affidamento sulla targa di nazionalità, che non viene fotografata nelle ore notturne poiché tale parte della targa non è catarifrangente. In attesa di un cenno di ricevimento, porgo i migliori saluti».
Una comunicazione davvero esemplare di come dovrebbero essere i rapporti tra istituzioni e cittadini. Questo l’aspetto positivo del caso che abbiamo raccontato. Quello sicuramente negativo è invece la mancanza di controlli adeguati da parte di chi visiona le immagini e l’insufficiente precisione delle apparecchiature che non sono in grado di distinguere fra targhe di diversa nazionalità
Il “cenno di ricevimento” giunge veloce e civilissimo dalla Polizia locale: «Gentile Utente, abbiamo verificato l'esattezza di quanto ci ha cortesemente segnalato. La sua istanza è stata accolta, si è avviato il processo per l'archiviazione del verbale in oggetto. Non Le sono richiesti altri adempimenti. Scusandoci per l'errore materiale e per i disagi creati si porgono i più distinti saluti».
Una comunicazione davvero esemplare di come dovrebbero essere i rapporti tra istituzioni e cittadini. Questo l’aspetto positivo del caso che abbiamo raccontato. Quello sicuramente negativo è invece la mancanza di controlli adeguati da parte di chi visiona le immagini e l’insufficiente precisione delle apparecchiature che non sono in grado di distinguere fra targhe di diversa nazionalità.