Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
E' destinata a cambiare molti rapporti tra aziende e lavoratori la sentenza sulla causa C-266/14 della Corte di Giustizia dell’Unione europea che stabilisce che il tempo del tragitto dal domicilio al primo cliente e dall'ultimo cliente della giornata a casa va conteggiato nell'orario di lavoro.
La decisione dei giudici di Lussemburgo è valida per tutti quei lavoratori dipendenti come agenti di commercio, rappresentanti o tecnici che non hanno un luogo fisso di lavoro ma si spostano da cliente a cliente durante la giornata lavorativa.
La Corte, interpretando la direttiva 88/2003 sull’organizzazione dell’orario di lavoro, ha sancito che «nel caso in cui dei lavoratori non abbiano un luogo di lavoro fisso o abituale, il tempo che tali lavoratori impiegano per gli spostamenti quotidiani tra il loro domicilio e i luoghi in cui si trovano il primo e l’ultimo cliente indicati dal loro datore di lavoro costituisce orario di lavoro».
Questo perché la Corte ha ritenuto che «i lavoratori siano a disposizione del datore di lavoro durante i tempi di spostamento» e quindi «i lavoratori non hanno pertanto la possibilità di disporne liberamente e di dedicarsi ai loro interessi».
La sentenza origina dal ricorso di alcuni dipendenti della spagnola Tyco, una società specializzata in impianti antifurto e antincendio che nel 2011 ha chiuso gli uffici regionali per sostituirlli con una rete di operatori dotati di auto e cellulare di servizio.