Correre a Monza? Non è mai stato così pericoloso e costoso come ora [attendendo King of Show]

Correre a Monza? Non è mai stato così pericoloso e costoso come ora [attendendo King of Show]
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Sceriffi e menefreghisti si sfidano a margine dell’Autodromo Nazionale, per correre e per vietare di correre. Per fortuna vince il buon senso della forza pubblica, ma le multe salate in certi casi ci stanno, durante il pre-WRC
18 novembre 2020

Che tempi di m…. quelli del 2020. Non solo per la F1 che ha corso nel Tempio della Velocità monzese, senza spettatori in autodromo e pure a casa, visto che ormai non se lo fila più nessuno pure in TV, il Circus orfano di certi miti e certa tecnica tricolore. Anche il Mondiale Rally che toccherà il sacro e stupendo percorso monzese sarà disputato con molte limitazioni e difficoltà. Ma soprattutto, persino chi non è pilota professionista ma solo tiene allo sport individuale fai da te, è messo in discussione. A rischio diverbio con qualche “sceriffo” e pure multa dalla Forza pubblica.

Eh sì, volendo correre o fare attività motoria cercando di arrivare nel più grande parco recintato d’Europa, quello reale che contiene l’Autodromo Nazionale, si deve stare attenti. Giusto, perché la Lombardia è Zona Rossa e non ci si sposta senza valido motivo, senza mascherina, senza evitare di avvicinare a casaccio il prossimo, a ogni angolo. Non si fanno attività motorie troppo lontano da casa, dalle parti dell’Autodromo di Monza. Il crescere di antagonismo sociale o psicologico che pervade il mondo e soprattutto certe zone, molto colpite dalle morti per Covid, sta però creando un’antipatica situazione. Mai vista dalle mura del Parco Reale e dal cemento stanco delle sopraelevate. Nemmeno dalle reti spesso massacrate, dove si sfidavano ragazzi e security per gli accessi alle gare senza biglietto.

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Niente autodromo se non sei di Monza?

Qui si parla di gente che urla in strada mentre i motori sono spenti, contestando diritti e doveri. Senza che sia tutto ben chiaro, forse nemmeno ben regolato dalle leggi. Senza che nessuna delle fazioni abbia comunque la concreta certezza di essere nel giusto, visto che della COVID nessuno può conoscere tutto, al momento. E quindi, nelle settimane del bel foliage che tocca l’asfalto monzese, non solo i monzesi ma anche gli abitanti di molti comuni limitrofi, ad altissima densità abitativa, si devono domandare: "chi può andare a correre o in bici e monopattino nel Parco di Monza, vedendo – da fuori – la pista che attende il Mondiale Rally (senza Valentino Rossi a contendersi il Monza King of Show)?" Diamo qui noi, subito, la risposta con uso della logica di buon senso che applicano i vigili urbani avvezzi a presidiare quel marasma reale che era, un tempo lontano, il Gran Premio d’Italia F1: l’accesso al Parco Reale è consentito a chi risiede in Monza e anche nei comuni confinanti con il Parco stesso, ovvero Vedano, Biassono e Villasanta. Stop, non per altri.

Molti runners e amici del Motorport, sono avvezzi correre facendo tappa o traguardo vicino al circuito, specie in tempo di lavoro da remoto e stress da smaltire. Alcuni partono da Nova Milanese, Desio, altri da Limbiate o da paesi più verso la Brianza. Per alcuni di questi amanti della corsa, che con leggerezza proseguono a correre verso Parco e Autodromo, arrivano forti contestazioni e non solo sui social. Anche dal vivo: “andatevene a casa, Parco e tutto il resto è di proprietà di Monza” quindi se non sei residente nel comune del Parco non ci entri, è la teoria più rigida. Addirittura, seguendo le formalità del “titolo” di accesso, i vedanesi che abitano con l’ingresso autodromo principale sotto casa, si sono messi a rinverdire l’antica pertinenza di una chiesetta interna al Parco alla loro di parrocchia e non al decanato di Monza.

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Tirato in ballo anche il Vaticano

Di contro i residenti in provincia di Milano e non MB, come Sesto SG e Cinisello, han ricordato che il Parco non è solo monzese ma partecipato, nel consorzio, da Milano ed altri enti. Per loro persino la Santa Sede vede il Parco come pertinenza milanese, dato che Papa Francesco ci ha celebrato messa secondo rito ambrosiano, non quello di Monza che è in effetti è romano (qui si aprirebbe un capitolo, ma non tocca le nostre pagine).

Insomma, questi tempi non portano troppe manifestazioni in pista o pubblico in autodromo, ma di gente che accende una certa “passione” in zona se ne vede, per motivi poco razionali. In attesa che, forse, Lombardia e resto del mondo escano dallo stato di Zona Rossa, vige la logica del buon senso e di adattarsi. Niente sfegatati e menefreghisti che si ammassano o spingono chi li intralci nel loro moto individuale, al Parco come altrove. Spazio giusto per chi fa sport nel proprio comune, parchi annessi, con rispetto. Chi insiste esagerando e sgarrando palesemente però, prende giusta multa (da 400 euro) e anche qualche "commento".

 

OMF

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