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Quella legata alla pandemia di Coronavirus richia di rivelarsi «la peggior crisi che abbia mai avuto un impatto sull'industria automobilistica»: questo è il parere di Fu Binfeng, presidente dell'Associazione Internazionale dei Costruttori di Automobili (OICA) e segretario generale dell'Associazione Cinese dei Produttori di Automobili (CAAM). Dopo un 2019 difficile, con un calo del 5% della produzione mondiale, scesa 91,8 milioni di veicoli dopo dieci anni di crescita continua, nei primi mesi del 2020 il settore automotive si trova ad affrontare una sfida senza precedenti. Secondo Fu, tuttavia, il comparto ha una capacità di resilienza sufficiente a navigare questa fase complessa.
Fase nella quale la maggior parte delle realtà del settore automotive ha preso misure precauzionali forti, anche laddove non fosse esplicitamente imposto dai governi, come spiega Fu: «Le preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei propri dipendenti hanno portato molti produttori e fornitori in tutto il mondo a mettere in atto drastiche misure sanitarie, portando a una forte riduzione o addirittura alla completa chiusura di molti impianti e strutture, anche dove non lo è sistematicamente richiesto dalle rispettive autorità».
Le aziende dell'automotive, in ogni caso, si stanno già muovendo in vista della ripartenza: «Le varie associazioni nazionali dell'industria dell'auto, membri di Oica, sono strettamente impegnate in un dialogo costruttivo con le rispettive autorità e partner al fine di attenuare l'impatto di questa crisi e garantire una rapida ripresa del settore, che contribuisce in modo determinante all'economia mondiale - puntualizza Fu -. Non ho dubbi sul fatto che l'industria automobilistica mondiale, come ha già fatto molte volte in passato dimostrerà la sua importanza, la sua forza e la sua resistenza».