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Gli effetti del contagio del Coronavirus iniziano a colpire anche la produzione italiana di automobili. La MTA di Codogno, azienda produttrice di componentistica per gli impianti elettrici (centraline, connettori, fusibili, quadri strumenti), su disposizione del Ministero della Salute ha chiuso il suo stabilimento nel paese che rientra nella “zona rossa” del contagio.
Con una nota l’azienda lombarda ha informato che nell’impossiblità di produrre la componentistica destinata ai costruttori, si rischia lo stop alla produzione di auto: «L'impossibilità di consegnare le merci – spiega MTA - porterà, infatti, già dalla giornata di mercoledì 26 p.v. al fermo delle tre linee di produzione di FCA Mirafiori, Cassino, Melfi e a quelle di Sevel. A seguire, dal 2 marzo, tutti gli altri stabilimenti FCA in Europa e quelli di Renault, BMW e Peugeot. Qualora la disposizione di chiusura forzata dovesse permanere, verrebbero coinvolti altri produttori quali Jaguar Land Rover, Iveco, CNH e Same, solo per citarne alcuni, con conseguenze irreparabili per l'azienda e il personale occupato».
Per questo MTA ha fatto richiesta alle autorità di consentire al 10% della propria forza lavoro (sarebbero 60 persone circa) il rientro alle attività produttive: «La parziale ripresa delle attività di MTA Codogno - si legge nella nota dell'azienda - permetterebbe all'azienda di poter espletare le consegne nelle tempistiche imposte dai clienti, consentendo agli stabilimenti italiani ed esteri delle case costruttrici di veicoli, con le quali collabora, di non interrompere le linee di produzione, evitando ulteriori aggravi dal punto di vista economico e sociale».
MTA precisa di aver «già affrontato l'emergenza COVID19 nel proprio stabilimento produttivo cinese di Shangai, e dunque conosce tutte le procedure necessarie per continuare a produrre nella piena sicurezza dei propri lavoratori».