Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Le auto più belle in gara tra le montagne più belle: da questa formula, semplice all’apparenza ma in verità geniale, deriva il fascino unico della Coppa d’Oro delle Dolomiti, gara di regolarità classica che nell’edizione numero 72 porterà circa 70 equipaggi a sfidarsi per i passi bellunesi partendo da Cortina d’Ampezzo il prossimo 18 luglio.
Nata nel 1947 e per dieci anni gara di velocità pura tra i tornanti del circuito naturale più bello al mondo (le Dolomiti bellunesi, appunto, che l’Unesco tutela come Patrimonio dell’Umanità), ha adottato dal 1951 la denominazione di Coppa d’Oro delle Dolomiti: nell’edizione 2019, come anticipato, sono circa 70 gli equipaggi partecipanti, numero in forte crescita rispetto gli ultimi anni con una partecipazione qualificata dall’estero, con vetture in arrivo anche da molto lontano.
Alla Coppa d’Oro delle Dolomiti 2019, prima prova in calendario del Campionato italiano Grandi Eventi Aci Sport, sono ammesse vetture prodotte fino al 1971 che si sfideranno nella gara di regolarità, in programma dal 18 al 21 luglio.
Tra le novità di quest’anno spicca la “Coppa d’Oro delle Dolomiti Legend”, per vetture prodotte dal 1972 al 1990, mentre la classifica “Tributo Coppa d’Oro delle Dolomiti” è per i possessori di auto Gran Turismo stradali costruite a partire dal 1991.
Altra novità, il “Concorso di Eleganza”, con le vetture sottoposte al giudizio di una giuria di esperti, presieduta dal collezionista Corrado Lo Presto, che dovrà indicare tre vincitrici, che saranno premiate durante la cerimonia di chiusura domenicale.
«Ho sempre creduto in questa manifestazione - ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci, durante la presentazione dell'evento - la cui storia oggi attira tante persone negli splendidi scenari delle Dolomiti, nel periodo ideale per un evento sportivo di auto storiche: un vero modello vincente. Cortina è tra i posti più belli del mondo, prossima sede olimpica. E quest’anno abbiamo deciso di valutare la sostenibilità ambientale dell’evento, misurando le emissioni, perché è importante la distinzione tra auto vecchie che inquinano e auto storiche usate poco e come delle figlie. Ci stiamo battendo per una seria distinzione tra auto vecchie e storiche, ed in Italia abbiamo un parco circolante vecchio ed inquinante: il problema delle emissioni, è evidente, non coinvolge le auto storiche nei centri storici».
La palma chi arriva da più lontano è stata già assegnata al Giappone, con due equipaggi: Hidetomo Kimura e Tetsu Kurosawa, al volante di una splendida Osca MT4 Frua del 1952, delle Officine Specializzate Costruzione Automobili Fratelli Maserati, e Kenji Nakahara e Kohei Hayashida, su una Morris Cooper S.
Sempre dall’Asia, da Hong Kong, ecco la coppia Marc Mezey e Paul Luca Mezey su una Austin Healey 100/4 del 1953, mentre dal Messico provengono Francisco Lopez Guerra e Francisco Lopez Larrea, con una Lancia Aurelia B24S del 1957, e dal Sud Africa Francesco Lami e Guido Aldo Venturini Del Greco su Alfa Romeo Giulietta Sprint del 1957.
La lista comprende anche gli Emirati Arabi, rappresentati da Salim Al Rifai Hajjo con Giuliana Vecchi al volante di una Porsche 256/1500 Speedster del 1955, mentre Alessandro Geneloni e Maria Teresa Falco si alterneranno alla guida di una Porsche 356 A Coupè del 1959.
Infine, le vetture più “anziane” dell'edizione di quest'annno sono ben tre, tutte del 1929: l’Alfa Romeo 6C 1750 SS, guidata da Alessandro Gamberini e Arturo Cavalli, la Lancia Lambda 223 VIII Serie con Olindo Deserti e Marco Torlasco, e la Lancia Lambda 221 Casaro di Alessandro Marzotto e Giulia Siliprandi.
Splendide novantenni, che affronteranno senza paura le ripide salite e le discese ardite dei Passi dolomitici, cercando di vincere la Coppa d’Oro 2019.