COP28, le decisioni finali, il petrolio verrà ridotto ma non cancellato

COP28, le decisioni finali, il petrolio verrà ridotto ma non cancellato
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Al termine dei lavori del COP28 la dichiarazione finale scontenta gli ambientalisti che vorrebbero la cancellazione del fossile, Ma sarà solo "ridotto"
13 dicembre 2023

A poche ora dalla conclusione del vertice sull'ambiente tenutosi in Dubai, si tirano le somme sui risultati di questo importante vertice che, come sottolineano in molti, si è svolto tra le fauci di un leone, il gruppo dei Paesi arabi che producono la maggior quantità di petrolio del mondo e avrebbe dovuto, nel contempo, porre dei limiti temporali precisi all'uso dei combustibili fossili per rispondere alle minacce del Global Warming.

Com'è andata, alla fine? Male, ma non malissimo, qualcuno dice che poteva finire peggio. La buona notizia è arrivata all'apertura dei lavori, cioè la formazione di un fondo comune (Altérra) fra tutti i Paesi per far crescere le rinnovabili in cui i Paesi arabi hanno messo subito un bel gruzzolo da 30 miliardi di dollari, con l’obiettivo di mobilitare complessivamente 250 miliardi di dollari di investimenti a livello mondiale entro la fine del 2030 e per favorire la transizione energetica dei Paesi più poveri ed economie emergenti.

Nel susseguirsi delle sessioni d'intervento e nelle frenetiche trattative per giungere ad un documento finale, lo stesso presidente Sultan Al Jaber (un vero e proprio gigante dell'estrazione di petrolio e gas) si è però opposto ad una presa di posizione troppo netta nei confronti dell'oro nero che prevedesse le parole "cessazione" preferendo la "progressiva riduzione".

Eccol i punti salienti del documento finale della COP28

  • la capacità produttiva di energie rinnovabili va triplicata ed efficientata del 50% entro il 2030;  
  • riduzione graduale della produzione di energia con il carbone che non preveda sistemi di abbattimento degli inquinanti;
  • non oltre la  metà secolo (2050) a livello globale vanno fatti sforzi per l'adozione di sistemi energetici a emissioni nette zero, utilizzando i combustibili a zero o a basso contenuto di carbonio:
  • graduale transizione dei combustibili fossili nei sistemi di generazione in modo ordinato e equo in modo da raggiungere il "net zero" (bilancio della CO2 neutro) entro il 2050;
  • accelerare le tecnologie a zero o a basse emissioni, comprese, tra l’altro, le energie rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e rimozione come la cattura e l’utilizzo e lo stoccaggio della CO2; aumentare la produzione di idrogeno "verde" o a basse emissioni;
  • accelerare e ridurre gli altri gas climalteranti a parte la C02, in particolare il metano, entro il 2030;
  • accelerare la diffusione di veicoli stradali a zero o basse emissioni anche attraverso lo sviluppo di apposite infrastrutture;
  • messa al bando il prima possibile dei sussidi inutili o inefficienti ai combustibili fossili, sempre che non siano necessari per ridurre la povertà energetica o la transizione verso fonti più pulite.
  • Ammettere che i "transitional fuel" (carburanti sintetici o biofuel) possono avere un ruolo importante nella transizione verso la sicurezza energetica

Il fatto che siano comparse nel medesimo testo per la prima volta la parola "riduzione" (non eliminazione) e "combustibili fossili" nella risoluzione finale ha fatto sensazione ed è stato accolto come un risultato "epocale" e forse anche un po' insperato, viste le premesse: Il sultano Al Jaber prima del summit aveva detto che "non è dimostrato scientificamente" che l'eliminazione dei combustibili fossili sia necessara per limitare il surriscaldamento globale deciso alla conferenza di Parigi.

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