Cop26: il fronte delle Case si divide

Cop26: il fronte delle Case si divide
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L'accordo ipotizzato a Glasgow su emissioni zero entro il 2040 vede alcuni costruttori decisamente contrari, mentre altri sono favorevoli
10 novembre 2021

A parole sono tutti d'accordo, ma alla verifica dei fatti si rischia il flop: sui cambiamenti climatici ormai sono in pochi a continuare a negarli, ma quando si passa alla decisione sulle misure per fronteggiarli, le divisioni nette tra i Paesi rischiano di portare alla paralisi.

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Della serie, la montagna che ha partorito il topolino: insomma, anche la strombazzata conferenza Cop 26 in corso a Glasgow rischia di ripetere un copione già visto.

Senza farsi sopraffare dal pessimismo, ed in attesa del documento finale che verrà votato il prossimo venerdì, la questione centrale è sempre quella dell'uscita a livello globale dall'uso di carburanti fossili.

Anche se l'opposizione dell'Arabia Saudita resta forte, le indiscrezioni rilanciate dal Financial Times indicano una bozza di accordo per la data del 2040 per portare a zero “le emissioni delle nuove auto”.

Uno scenario che ha visto le Case dividersi: le più critiche sembrano BMW, Toyota e Volkswagen, che chiedono di graduare il provvedimento in base alle situazioni dei mercati su base continentale, oltre a volere un processo meno vincolante per arrivare all'abbandono dei motori termici.

Sull'altro fronte, quello che guarderebbe positivamente al provvedimento di “emissioni zero“ entro il 2040 ci sono Volvo e General Motors, che hanno da tempo annunciato l'abbandono dei propulsori a benzina e diesel indicando le date del 2030 e del 2035, in compagnia di Daimler, che punta di arrivare nel 2030 al 100% di vendite elettriche, e Ford, che a sua volta ipotizza il target del 40% di vendite di veicoli elettrici entro la fine di questo decennio. 
 

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