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Nemmeno le feste natalizie hanno giovato ai consumi di benzina e gasolio. Il crollo delle vendite si è confermato in un periodo di incremento della mobilità e quindi delle quantità di erogati.
A chiusura di un 2013 che ha registrato un calo medio dei consumi di benzina del 5,7% sul 2012 (-4,7% gasolio). I consumi di benzina nel 2013 sono diminuiti del 5,7% mentre quelli di gasolio sono calati del 4,7% rispetto a un anno prima. Lo calcola la Faib-Confesercenti spiegando che anche nel periodo delle feste natalizie si è registrato un andamento negativo delle vendite e che tra il 2014 e il 2017 sono previste maggiori imposte per 1,3 miliardi di euro.
Le vendite calano ma le imposte aumentano
Dicembre conferma così la tendenza al ribasso delle vendite, smentendo la tradizionale fase di recupero che in genere andava a migliorare la media annua, con un ulteriore sofferenza sulla rete carburanti. Ulteriori cali dei consumi si prevedono per il 2014 con il rischio per il Governo di non avere alcun vantaggio dall'aumento delle accise.
Fra il 2014 e 2017 sulle spalle degli automobilisti italiani cadranno infatti maggiori imposte per 1,3 miliardi di euro. Da appena nove giorni è scattato l'aumento dell'imposta di consumo sugli oli lubrificanti (da 750 a 787,81 per mille chilogrammi).
Dal 1° marzo, invece, aumenteranno le accise su benzina e gasolio. È l'effetto del rincaro deciso dal decreto Fare. Le accise sulla benzina passeranno così da 728,40 a 730,80 euro per mille litri mentre per il gasolio il prelievo salirà da 617,40 a 619,80 euro per mille litri.
«Sono pessime notizie – dichiara Martino Landi, Presidente della Faib Confesercenti - per i consumatori e per i gestori della rete carburanti che stanno assistendo ad una continua contrazione degli erogati».
Tra il 2014 e il 2017 le maggiorazioni: ecco come sono ripartite
L'ennesimo ritocco delle accise è solo il primo degli aumenti previsti di imposizione fiscale sui carburanti che dovranno sopportare gli italiani. Tra il 2014 e il 2017, infatti, sono programmati ben quattro incrementi. Nell'insieme, sulle spalle degli automobilisti italiani cadranno, come precisato in apertura, fra il 2014 e il 2017, maggiori imposte per 1,3 miliardi di euro: 1,07 di maggiori accise e 237 milioni dell'IVA relativa.
«In questo scenario - prosegue Martino Landi - i consumi di carburanti sono destinati a calare ulteriormente, mettendo ancora in più in difficoltà i gestori degli impianti, che per il 50% sono già indebitati a causa dell'andamento negativo del mercato, mentre cominciano a vedersi impianti chiusi o abbandonati. Ma a rimetterci questa volta sarà anche lo Stato che forse potrebbe imparare la lezione che a furia di aumentare accise ed IVA, diventato il metodo privilegiato per tappare i buchi che si aprono nel bilancio, i conti non tornano».
«Infatti stando ai numeri - prosegue Landi - con l'aumento dell'Iva dal 21 al 22% e con quello dell'accisa su benzina (da 728.4 a 730.8 su 1000 litri) e su gasolio (da 617.4 a 619.8 su 1000 litri) è probabile che i consumi continueranno a contrarsi. Ipotizzando nel 2014 un calo analogo a quello del 2013, l'incremento delle accise e dell'IVA non porterebbe ad un aumento di gettito, anzi ci sarebbe, a parità dei prezzi dei combustibili, una riduzione da 15.9 a 15.3 miliardi. Il Governo Letta ed il ministro Saccomanni riconoscano che il gettito potrà aumentare solo se i consumi riprenderanno o si ridurranno in misura minore di ciò che è avvenuto nel 2013 rispetto al 2012. Ma per fare questo occorre diminuire la pressione fiscale sui carburanti. Altrimenti il bancomat dei benzinai ha esaurito le risorse».
Fonte: Ansa