Il finlandese in lotta per il mondiale 2011 ci ha portato alla scoperta dei segreti della sua Ford Fiesta WRC. A stupirci, più che la velocità della vettura, è stato il marziano che la guidava...
Salire a bordo di una WRC è una esperienza già di per sé eccezionale. Se poi la vettura in questione è la Ford Fiesta del team ufficiale ed il pilota è Mikko Hirvonen, la cosa non può che essere unica oltre che esaltante.
Sito nel cuore della campagna britannica, il luogo del test scelto da Castrol e dal team Abu Dhabi per l'evento di cui siamo stati protagonisti non è certamente casuale ma perfettamente in linea con le esigenze prestazionali di una vettura da rally: il tracciato, sviluppato tra le pieghe di un bosco, altro non è che la pista permanente di sviluppo per la configurazione "terra" della World Rally Car tedesca. Un tracciato che Hirvonen ha indubbiamente dimostrato a tutti - Simoncelli (MotoGP) e Rea (WSBK) compresi - di conoscere bene...
Molto aggressiva nel look, la vettura che sta contendendo a Loeb il titolo mondiale 2011 è supportata ufficialmente, oltre che dalla Ford, anche da Abu Dhabi e dalla Castrol, quest'ultima impegnata anche come partner tecnico nell'avventura mondiale.
«Uno dei grandi punti di forza di Castrol - ha dichiarato Italo Bellotto, Castrol Marketing Manager Italia - è quello della leadership tecnologica nel settore. Castrol mette a disposizione dei suoi partner motoristici tutte le proprie conoscenze e la propria esperienza per migliorare e portare al massimo le loro prestazioni in pista, che si tratti di MotoGP, WRC, Superbike o Le Mans Series. Fuori gara invece Castrol si impegna a fornire ulteriori spunti agli appassionati attraverso la creazione, ad esempio, di strumenti come ilCastrol EDGE Rankings e il Castrol EDGE Grand Prix Predictor.»
Pura adrenalina
E' stato forse stupido pensarlo, perchè Mikko la Fiesta WRC e quel tracciato li conosce come le proprie tasche, ma il fatto di salire a bordo di una delle combinazioni uomo/macchina più veloci della terra, in mezzo a quel bosco in cui "di traverso" la macchina ci passa appena, per di più per primo tra gli ospiti della giornata...non ci ha fatto stare molto tranquilli sino al semaforo verde.
Poi, appena dopo il via, alle sensazioni negative si è sostituita una piacevole euforia, dettata principalmente dal suono del quattro cilindri turbocompresso da 1.6 litri che invade l'abitacolo. Un sound coinvolgente, prepotente, che riempie un abitacolo in cui tutto quello che consideriamo necessario per una vettura stradale è stato rimpiazzato dalla leggerezza del nulla o dagli strumenti indispensabili per la massima prestazione.
Pur essendo una "derivata di serie" la Fiesta WRC conserva solo la plancia della versione standard. Tutto il superfluo è stato infatti eliminato in favore di elementi racing o della leggerezza
Come è fatta la Fiesta WRC
Rispetto alla Fiesta di serie, la M-Sport (azienda che prepara le Ford ufficiali) ha rimosso moquette e rivestimenti vari, sedili posteriori e parte della plancia (la zona superiore deve rimanere identica per regolamento). Al posto di tutto questo hanno fatto la loro comparsa roll-bar, sedili racing (molto arretrati), lunghe leve del cambio e del freno a mano (contraddistinto dalla manopola gialla) ed un computer di bordo completissimo posto laddove solitamente si sviluppa il tunnel centrale, di cui Hirvonen ci aveva precedentemente spiegato le numerose funzionalità sottolineando che «fa veramente di tutto e di più tranne che navigare su Twitter e Facebook...»
Si parte. A razzo
E' in vena di battute il finlandese e la sua tranquillità si riflette anche nei modi di fare ma soprattutto nello stile di guida. Rispetto ad altri piloti con cui ho avuto la fortuna di condividere l'abitacolo in eventi passati di questo genere, Mikko è tranquillissimo, non sembra far fatica e dà l'idea di essere molto sicuro sin da quando lasciamo l'area tecnica per dirigergi, al minimo, allo start della nostra prova speciale. Ultimi controlli al veicolo in folle, poi Mikko schiaccia la frizione, tira la leva del cambio verso di sé fino al clock che conferma con un sussulto l'inserimento della prima. Tre, due, uno, Hirvonen molla la frizione e si parte. A razzo.
La Fiesta WRC dimostra sin dai primi metri di non essere "normale". Nonostante le limitazioni regolamentari è pur sempre un veicolo da "Mondiale" ed in quanto tale massima espressione ed intepretazione tecnologica delle norme contenute nel regolamento 2012, che rispetto al vecchio pone drastiche limitazioni alla cilindrata ed all'uso dell'elettronica. Non è più permesso, come invece avveniva su Focus, il controllo della trazione, il launch control e non c'è nemmeno il differenziale centrale. Tutto è estremamente fisico e meccanico ma nonostante tutto la Fiesta WRC dimostra una trazione fuori dalle curve lente inaspettata.
Mikko Hirvonen guida la WRC con una tranquillità disarmante. Al suo servizio ci sono una vettura estremamente precisa ed un set di gomme Michelin terra in grado di assicurare un grip micidiale
Come guida Hirvoen
L'accelerazione è eccezionale, tutt'altra cosa rispetto alle vetture di potenza compresa tra i 250 ed i 300 CV a disposizione di noi comuni mortali: le cambiate sono secche e decise, avvengono a ritmo di grancassa e superata la quarta marcia telaio e sospensioni iniziano a lavorare assecondando i movimenti di un corpo vettura che Mikko fa letteralmente danzare tra una curva e l'altra.
I pendoli sono favoriti da una prima parte di tracciato molto tortuosa e ritmata, ma appare immediatamente evidente come la derapata sia "lo stile di guida" scelto e non un elemento spettacolare con il quale far divertire i passeggeri. Anche nei tratti meno tecnici e più veloci la musica non cambia e la Fiesta WRC si muove completamente intraversata, curvoni da quinta compresi.
In quest'ultimi frangenti, più di tutti gli altri, si scopre come la vettura risponda con immediata precisione alle richieste del pilota, che lavora sodo per disegnare traiettorie più spigolate, magari anche più lente a centro curva, ma in grado di far rimettere le ruote dritte e consentire quindi la massima accelerazione nel più breve tempo possibile.
“A stupire non è solamente la Fiesta WRC ma anche la capacità di Hirvonen di intraversare a 150 km/h la vettura in una strada in cui il cofano e le ruote posteriori sfiorano gli alberi nei rispettivi lati...”
Il freno come sterzo
Mikko, come un po' tutti i rallisti, guida con il piede destro sull'acceleratore ed il sinistro sul freno e saltuariamente sulla frizione, che rimane anch'essa a pedale e non al volante come sulle F1: il freno a pedale viene utilizzato non solo per togliere velocità alla vettura ma anche come sorta di sterzo, giocando sui trasferimenti di carico che permettono alle ruote anteriori di agire sul terreno con maggior pressione ed a quelle posteriori di perdere carico innescando con più facilità la derapata. Nel caso in cui questo non basti, o la velocità sia troppo ridotta, Hirvonen ricorre alla leva gialla del freno a mano, posta a pochi centimetri da quella del cambio, arrivando per qualche istante al bloccaggio delle ruote posteriori.
Le manovre sui comandi non sono mai esercitate con foga: sono piccole operazioni di "chirurgia" che si riflettono immediatamente sulla dinamica della vettura e sulla traiettoria percorsa. Questo è reso possibile non solo ad un telaio e una ciclistica sopraffina, ma anche ad un set di gomme Michelin che sul fango sembra lavorare quasi fosse sull'asfalto anche in frenata. Le staccate, infatti, sono potenti quasi come quelle di una buona stradale di serie...su asfalto.
L'uomo fa la differenza
La cosa che più ci ha impressionato della prova, in ogni caso, è il lato umano: la capacità di tenere "intraversata" la vettura, con la ruote interne ed esterne a pochi centimetri dalle rispettive file di alberi ha dell'incredibile e fa piacere notare che anche un "matto" come Simoncelli - pilota MotoGP, di cui potete ascoltare l'audio a fine prova - abbia avuto la stessa impressione: «Questi piloti - scherza il romagnolo - c'hanno le palle più quadrate di quelli della MotoGP. Un minimo errore da noi si paga con un paio di decimi sul giro, mentre nei rally la cosa può risultare decisamente meno piacevole. Tanto di cappello davvero.»
Il nostro onboard camera con Mikko Hirvonen
L'onboard camera di Marco Simoncelli con Mikko Hirvonen
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