Con la pandemia cresce la voglia di noleggio

Con la pandemia cresce la voglia di noleggio
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Una ricerca di Targa Telematics rivela come stia cambiando la richiesta di forme nuove di mobilità
11 gennaio 2021

Tra le molte conseguenze sociali che la pandemia porta in dote, una specifica riguarda la mobilità delle persone, che soprattutto in ambito urbano sta cambiando rapidamente.

Infatti, la prudenza per evitare ogni modalità di contagio si manifesta anche nella minore propensione degli utenti ad utilizzare i mezzi pubblici, ricorrendo a modalità alternative per gli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro o di tempo libero.

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Tra queste, c’è senz’altro la formula del car sharing e del noleggio, opzione che sempre più di frequente viene sperimentata non solo in ambito cittadino, ma anche come soluzione a lungo termine per evitare l’acquisto di una nuova vettura, potendo comunque utilizzarne una di recente produzione.

Uno studio svolto da Targa Telematics, azienda specializzata in smart mobility e piattaforme digitali per aziende di noleggio e flotte aziendali, rileva come in occasione del secondo lockdown, quello autunnale, tale forma di mobilità sia aumentata del 35% rispetto al primo.

I dati sono stati ricavati dal quasi mezzo milione di veicoli (tra vetture e modelli commerciali) della flotta monitorata da Targa Telematics, che comprende auto per il noleggio a lungo termine per aziende e privati e per il breve termine.

In particolare, nel secondo lockdown sono aumentati i noleggi a lungo termine: «Tra ottobre e novembre - conferma da Carlo Stefanelli, Chief Technology Officer di Targa Telematics - i veicoli in circolazione sono stati il 40% in più rispetto al blocco di inizio anno, con un incremento anche in termini di km effettuati che sale fino al +130%, a testimoniare una mobilità ben maggiore rispetto a marzo-aprile».

Si calcola che tra gennaio e novembre 2020 siano stati percorsi 2,3 miliardi di chilometri dalle vetture delle società di noleggiatori a lungo termine, contro i 3 miliardi di chilometri dello stesso periodo 2019; ma bisogna tener conte che se nei primi due mesi dell’anno in media sono stati percorsi 250 milioni di chilometri in ogni mese, ad aprile il dato è crollato per effetto del lockdown a 69 milioni di chilometri, tornando poi ad aumentare e raggiungendo il picco dell’anno a luglio, con quasi 280 milioni di chilometri, quando la maggior libertà in estate ha spinto molti italiani ad usare l’auto per spostarsi e raggiungere i luoghi di vacanza.

Negli ultimi due mesi, complici anche le festività natalizie e il massiccio ricorso allo smart-working, i numeri sono invece tornati a quelli di maggio, con meno di 180 milioni di chilometri percorsi: «I numeri ed i dati che abbiamo raccolto grazie alla tecnologia - conclude Stefanelli - sono al servizio della collettività; crediamo rappresentare uno strumento in più per comprendere l’effettiva relazione tra le misure per contenere l’epidemia e le  loro implicazioni economiche e sociali. In uno scenario che non ha precedenti recenti, serve lo sforzo di tutti gli attori, ognuno con le proprie competenze, per fare sistema ed affrontare al meglio le prossime sfide».


 

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