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Vorayuth Yoovidhya, nipote del fondatore di Red Bull e figlio dell’attuale proprietario, è stato prosciolto da tutte le accuse per la morte di un agente di polizia, investito mentre era in sella ad una moto proprio dalla Ferrari guidata dall’allora rampollo ventiseienne. Una decisione, quella dei giudici, che sta scatenando reazioni in tutto il mondo, tanto che non si escludono manifestazioni per protestare contro quella che viene definita “impunità dei ricchi”. All’epoca dei fatti il giovane, al volante di una Ferrari, aveva tamponato la moto dell’agente, trascinandola per diversi metri e poi fuggendo senza prestare soccorso. Quando fu rintracciato era visibilmente ubriaco, ma raccontò di essere ricorso all’acool proprio per anestetizzare lo choc conseguente a quanto era accaduto e di non essere in realtà fuggito, ma allontanato per cercare aiuto. L’uomo rimasto ucciso aveva 47 anni.