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Il settore dell’auto in Italia è fatto di PMI con partita iva, non solo della vecchia e grande Fiat, con quello che ha lasciato. Imprese e micro-imprese che vanno dal singolo operatore professionale alla grande concessionaria interregionale, passando per una miriade di operatori come le officine, o i fornitori di parti ricambio. Anche a loro, il Governo italiano proroga alcuni versamenti fiscali e contributivi teoricamente previsti in certe date del 2020 flagellato per il Covid.
Si parla di sospensione versamenti IVA, per aprile e maggio con altre agevolazioni su ritenute d’acconto per professionisti o imprenditori con volumi dichiarati nello scorso anno fino a 400mila euro. Una nuova proroga, di quanto previsto come dovuto al 16/03/2020 arriva ora alla data del 16 aprile. Per chi versa l’acconto 2020 con sistema previsionale, non ci sono più sanzioni, anche se gli stessi acconti saranno poi troppo bassi (inferiori all’80% del reale dovuto).
Molti operatori autonomi e imprese del mondo auto operanti su tutta la filiera, si vedono così sospesi vari versamenti che sarebbe stato difficile accettare, con il lavoro stoppato o quasi. Sono ritenute, contributi e premi assicurazione obbligatoria, l’IVA dei due mesi in arrivo. Per beneficiare della sospensione i contribuenti “grandi” ma non colossi, devono aver dichiarato per il 2019 ricavi o compensi fino a 50 milioni di euro. Il calo 2020 in questi casi deve essere almeno del 33% (mesi di marzo o aprile, rispetto a 2019). Per le mega aziende invece, quelle con ricavi o compensi oltre i 50 milioni, il calo deve essere almeno del 50%. I versamenti sospesi andranno poi in scadenza a giugno 2020, rata unica o divisa in cinque mensilità.
Sempre per favorire i piccoli contribuenti, anche del settore automotive (ricavi o compensi entro i 400mila euro nel 2019) gli incassi di questi mesi (redditi lavoro autonomo e altri redditi o per rapporti di commissione, agenzia, mediazione, rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari) non saranno assoggettate dal sostituto d'imposta alle ritenute d’acconto. In questi casi, in fattura si indica la non applicazione della ritenuta alla fonte a titolo d’acconto ai sensi della nuova legge (art. 62, comma 7, decreto-legge 18 del 2020). Le ritenute saranno poi versate a luglio 2020, per intero o in cinque rate mensili.