Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume del liquido spostato. È il celebre principio di Archimede che viene utilizzato per spiegare come una imbarcazione riesca, quasi magicamente, a rimanere a galla seppur pesi come un palazzo di dieci piani. Questa stessa legge della fisica, in realtà, vale anche per le macchine volanti. E permette di capire quale sia il trucco che consenta a un gigante dei cieli da oltre 7 tonnellate, come il dirigibile della Goodyear, di rimanere sospeso per aria. Già perché, di fatto, anche il blimp vola immerso in un fluido. Solo che, in questo caso, invece di essere composto da acqua, è formato da quella speciale miscela di gas che costituisce l'aria atmosferica. Il dirigibile, quindi, vola perché riceve una spinta idrostatica pari al peso dell’aria che occupa il suo volume, meno il peso del gas che lo riempie. Proprio come accade a un'imbarcazione posata sull'acqua.
Insomma per capire come funzioni, per davvero, un dirigibile si è obbligati a rispolverare qualche principio di aerostatica e aerodinamica, oltre a una manciata di nozioni di fisica dei gas. Dopodiché è tutto in discesa. Perché si inizierà ad apprezzare la magia di un volo unico nel suo genere, che non si realizza grazie alla spinta di potenti motori come accade per gli aerei o, ancor di più, per gli elicotteri. Ma per merito di una forza che è già tutta lì, incorporata in quell'enorme pallone pieno d'elio, che occupa un volume pari a quello di 25 milioni di bottiglie d'acqua. Secondo i tedeschi della Zeppelin, una moderna società rifondata in tempi recenti, che riprende però il nome del celebre pioniere delle aeronavi, i dirigibili, seppur lenti e a dir poco complessi e costosissimi da movimentare, rappresentano il miglior modo di volare possibile. E, in questa nuova puntata dei "Mezzi Speciali", vi raccontiamo perché siamo perfettamente d'accordo con loro.
Riprese: Camilla Pellegatta, Leonardo Mannoli
Montaggio: Camilla Pellegatta
Foto: Leda Paleari
Autore: Matteo Valenti