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In diretta dalla provincia di Milano, tra le più colpite da Covid-19, il promotore e abile moderatore di FORUMAutoMotive Pierluigi Bonora, con presente il presidente ACI Milano La Russa, ha oggi gestito in formato online l’edizione 2020 di quello che è un appuntamento dovuto, specie di questi tempi. I vertici della filiera automotive insieme ai responsabili dei vari settori che fanno capo alla mobilità, ai trasporti e al settore energetico, si sono espressi sulla situazione 2020, post-Covid19: problematiche e opportunità.
È la prima volta che durante la pandemia si ascoltano e si parlano “insieme” pubblicamente tanti personaggi di riferimento. Il tema della “ripartenza" varata ieri sera dal presidente Conte, non è visto come un gran bene per tutti, almeno come inquadrabile adesso. Lo tsunami che ha travolto il mondo dell'automotive creerà danni tutti ancora da quantificare. È vero che oggi, fine aprile, riapre parte della filiera italiana con gli stabilimenti e più avanti la rete dei concessionari stessi. Intanto però i dati ACI confermano: volumi vendita vicini al 10% della norma negli ultimi due mesi. Speranze concrete per il futuro immediato poche, aggiungiamo noi. La Russa invero vede positivo, riferendosi alla Cina dove l’uso dell’auto è incrementato nel post-Covid. Ci sono però tante condizioni locali da noi, economiche e strutturali. Lavoro e soldi che mancano alle persone, regole nuove per alcune città dove si parla di restringere le carreggiate, dando spazio a pedoni e locali. Moltissime le proposte arrivate da Associazioni, Enti, ANCI, Politecnico e rappresentanti della filiera. Il concetto è che occorre usare l’auto con coscienza, ora più che mai, ma il mezzo resta indispensabile, addirittura chiamato a divenire più versatile in tempo di società a distanza imposta. Milano è città focus ancora una volta, questa non in positivo purtroppo, se si contano i malati, faro anticipatore della tendenza in mobilità davvero nuova da subito, non solo promessa ecologica o elettrica. Vedremo sorgere nuovi Drive-In all’ombra della Madonnina? Può essere.
Molti operatori media conoscono le cinque domande classiche del giornalismo, da applicare per scrivere articoli. In questo caso, riferendosi all’auto in Italia, le abbiamo e valide, le cinque risposte se si parla di “ripartenza”? Di sicuro, lato media, sono fiorite per non dire esplose notizie “avvelenate” sin dall’inizio, come ricorda Alessandro Galimberti, Presidente Ordine dei Giornalisti della Lombardia che cita le iniziali fonti cinesi che davano dati falsi sulla malattia. Anche lato occidentale sono seguiti poi metodi e uso di dati poco coerenti. In Italia si è aggiunta la fuga di notizie dal Governo, capace di generare comportamenti irrazionali proprio nella mobilità e nei trasporti, prima di capire cosa realmente messo in atto dallo Stato. La questione qualità aria è un altro esempio dibattuto: in Lombardia il miglioramento delle polveri sottili non è stato pari a quanto pensabile, riferito all’auto messa nel box. Sono letteralmente esplosi anche problemi interni al nostro sistema, burocratico e bancario, che penalizzano piccole e grandi aziende se non risolti al riavvio. Importante per le imprese, dell’auto e non solo, è il non essere ora ostacolate.
Uno studio AlixPartners, focalizzato sul settore automotive, mostra come sia incerta la situazione e soprattutto diversa tra zone geografiche e ambiti del settore automotive. Crisi unica e multilaterale, quella Covid-19, che picchia forte su un settore come quello dell’auto più che su altri. Forniture internazionali in crisi insieme alle Case stesse sono il primo elemento noto. Il messaggio è però di speranza, come per tutte le fasi post-crisi. 64 milioni di veicoli nel mondo, era il minimo della crisi finanziaria del decennio scorso, un volume poi tornato a salire fino al picco 94 milioni. Per il 2020 il target è identico a quello del 2009, forse poco oltre, in volume globale del mercato auto e commerciali leggeri. Diverse le proiezioni per i vari mercati. La Cina in particolare è data per rapida ripresa, mentre per l’Europa la crisi è del 25/30% in volume auto 2020. Sull’Italia un target possibile è di 1,2 milioni nuove auto per il 2020. L’industria, che era già in tensione (di cassa e non solo) per il cambiamento tecnologico da finanziare, rischia davvero molto. La domanda a valle sarà fondamentale: capire se sarà tale da assorbire la produzione, in eccesso misurata in Fase2, o al contrario di spingerla.
Il prof. Bocciolone, del Dipartimento Meccanica al Politecnico di Milano, parla del cambiamento strutturale. La mobilità sarà ridotta anche in estate, per 25% circa in meno rispetto al “classico” e questo nel male è un bene. Motivo anche per i mondi chiusi, come quello della scuola, delle università, dello sport e altre attività in ripresa solo dopo. Il nodo sarà appunto settembre. Nessun vaccino o cura di efficacia in previsione, ma il trasporto tricolore che in autunno potrà andare in crisi, reale e assoluta. Questo salvo cambiamenti strutturali. Non potremo tornare al lavoro come era fino a febbraio e lo sappiamo, mentre il blocco, il lavoro da remoto e il filtraggio per evitare l’epidemia, sono freni forti che non toglieremo.
ANCI. Il Dipartimento Mobilità e Trasporti di ANCI Lombardia, come detto regione riferimento per l’epidemia e i suoi effetti sul lavoro, suggerisce di quantificare l’approccio al traffico pubblico. Utilizzo sano e conforme del trasporto pubblico da subito è più che un auspicio. Se i mezzi pubblici sono gestiti in modo da garantire sicurezza, potranno restare appetibili e utili a tutti. Specialmente le tratte extra-urbane. Cambiano tempi e ritmi delle persone per lavorare e di conseguenza anche aspetti sociali, questi fattori andranno regolati dalla politica e dalle aziende, per avere scenari di trasporto pubblico gestibili. Altrimenti il rischio è peggiorare il traffico in luoghi dove già prima era al limite di sopportazione. Per esempio Pavia, comune colpito dal Virus, avrà un traffico in evoluzione da subito, con cura alle due ruote e parcheggi gratuiti.
OSSESSIONE. Da mezzo pubblico. Un aspetto non da poco quello emotivo e psicologico nel prendere i mezzi pubblici durante la pandemia. Ne parla Francesca Maisano, psicologa e psicoterapeuta dell'Ospedale Fatebenefratelli-Sacco. L’angoscia del nemico invisibile resta, non battibile come altre paure. Quella del contagio porta a vedere quasi tutti come pericolosi, ma il progresso e l’adozione delle misure ci si potrà muovere in modo che questo stesso movimento migliorerà l’angoscia. Fattori che sembrano esterni ai trasporti e all’auto ma che influenzano. La previsione medica, è comunque quella dell’aumento di casistiche psicologiche già dalla Fase2.
44 morti sulle strade italiane durante la Fase1, escludendo quelle urbane. Questo il dato che porta in evidenza Roberto Sgalla, prefetto, esperto in sicurezza stradale. Sono molti meno della media ma comunque ci sono. Alla luce di questo un timore nella ripartenza è quello di gestire i comportamenti al volante e degli attori mobilità in genere. La sicurezza stradale potrebbe anch’essa venire messa sotto stress come la psiche. In certi spazi urbani, come Roma, sarebbe impossibile far salire oltre il trasporto su veicolo privato. Eppure l’auto privata resta ambita per tutelarsi dall’epidemia. Non dovrà essere il solo mezzo, per tutela della sicurezza vanno sostenuti anche gli altri. In particolare secondo Sgalla la micromobilità. Ambito dove però mancano identificazione (targhe o VIN) e assicurazione obbligatoria, necessarie se questi mezzi salissero di molto sulle strade. Bolzano e Pesaro sono due città italiane dove vive degnamente la micro mobilità, in Nord Europa addirittura si pensa a pseudo-autostrade dedicate a questi veicoli. Potrà accadere anche in alcune province d’Italia?
In molti, come a Milano, vedono nelle due ruote uno magari a pedali dei mezzi preferibili per la Fase2. Da Confindustria-Ancma però si ricorda che il 4 maggio non riaprono gli esercizi del settore ciclo. Se la passano peggio i motocicli. Una stagione in parte persa rispetto al trend classico, dove le moto si vendono nei mesi che sono “andati”. Oltretutto sulle moto incombe il passaggio alle emissioni Euro4. Riguardo a EICMA 2020 Caliari conferma che ci sarà, a novembre in quel di Milano come sempre. Dettagli di formato e contenuti saranno definiti entro l’estate.
MEZZI INDUSTRIALI. Fenoglio, Presidente di Unrae Veicoli Industriali, ricorda che per il settore ci sarà l’ecatombe, a livello immatricolazioni. Nonostante il lavoro per i mezzi sulle strade, nei settori permessi. Sono infatti molti i camion fermi tra gli oltre 400mila in Italia e la proiezioni danno -40% con timore per l’occupazione. Il trasporto tricolore, sufficiente durante la Fase1, se andasse KO lascerebbe spazio ad altri attori meno qualificati per operare o peggio fermerebbe flussi importanti per l’Italia intera. Senza contare che il parco circolante anche qui invecchia.
BIOCARBURANTI. Tre le altre ipotesi in vista del post-Covid, quella di un reale ampliamento d’uso per i carburanti alternativi, non solo le pure elettriche quindi. Metano, GPL e idrogeno, con focus sull’Europa in questi casi, capace di rendersi più autonoma per certi carburanti rispetto ad altre fonti di energia per l’auto che arrivano da fuori.
Alla fine, quanto emerge è la necessità di avere un piano emergenza per aiutare il mondo dell’auto e i trasporti. Di quelli spesso discussi ma non realizzati, sinora. Molto scalpore hanno destato le ultime proposte di Governo e alcune regioni, per gestire gli spostamenti. In mezzo all’emergenza sanitaria ci sono molte lacune da colmare, in vista della crescente mobilità dal 4 maggio in poi. Oltre alle strette regole sanitarie e di sicurezza, non si parla di aspetti economici per le imprese e gli attori coinvolti nella mobilità. Lo ricorda Michele Crisci, Presidente di UNRAE.
Per aiutare tutti un’idea da rispolverare sembra la rottamazione, per dare agli italiani modo di cambiare auto e alla filiera modo di rivivere. Trattamenti fiscali diversi (IVA) e stimolo della domanda da sapere il prima possibile, per chi usa l’auto per lavoro. Paolo Scudieri, Presidente di Anfia proclamato oltretutto personaggio dell'anno 2020 per #FORUMAutoMotive, chiama a una “sburocratizzazione” per liberare le imprese della filiera (5.700 aziende) e incentivare gli investimenti. Il parco circolate tricolore è fatto di 11 milioni di veicoli e oltre che possono e devono aggiornarsi, per essere più ecologici e sicuri. Non è il tempo di sottovalutare questo svecchiamento se utile alla situazione.
Chiesta da ANFIA una proroga, di almeno altri due anni, per le sanzioni comunitarie sulle emissioni delle auto. Anche Federauto da i numeri e fa proposte, in linea con ANFIA e UNRAE. Tra queste quella di incentivare l’usato “fresco”che a sua volta deriva dal cambio con auto nuove per le aziende. Inutili grandi sconti e bonus per auto elettriche comunque non acquistabili facilmente da molti, specie chi usa ancora oggi vecchie euro3 e precedenti, durante una grande crisi socio economica.
Tra le altre novità proponibili agli automobilisti italiani, poi: sosta breve gratuita e quella più lunga scontata anche nei grandi centri. Sospensione a tempo indeterminato di tutte (o quasi) le ZTL come Area B e Area C.
OMF