Come ha fatto la Jeep Avenger a vincere il premio Auto dell'Anno 2023?

Ha ritirato il premio Antonella Bruno, capo del Brand Jeep di Stellantis, che ha ringraziato tutti membri del team Jeep e i giornalisti della giuria. Vediamo adesso insieme quali sono gli elementi distintivi che hanno permesso alla Jeep Avenger di battere la concorrenza.

A quanto pare quel che ha convinto i giurati è stata la "compiutezza" della Avenger in quanto progetto complessivo, con una sottolineatura particolare per il fatto che questa è la prima elettrica di Jeep, e non sempre i debuttanti nel mondo BEV hanno trovato una chiave per i loro prodotti che ne rispecchiasse bene l'identità e i paradigmi. Jeep non ha realizzato compromessi con la qualità, né quella reale né quella percepita e le sue dimensioni compatte la fanno emergere dalla media delle Suv elettriche per una praticità e maneggevolezza che però  - vuoi per l'altezza da terra, vuoi per la fama di inarrestabilità del marchio - non ha nessun problema a prevalere nel traffico. In più è stata ampiamente lodata per le doti dinamiche.

Sul fronte dei "fondamentalisti" di Clean Tecnica, però, dobbiamo registrare un articolo dello scorso 28 dicembre che presenta un punto di vista completamente diverso: secondo la testata, che giudica i giornalisti presenti "Un  branco di incompetenti", nessuno ha saputo cogliere il grado di reale innovazione realmente presente in ciascuna finalista: secondo Maarten Vinkhuyzen solo tre auto possono veramente dirsi rivoluzionarie e degne di essere premiate, e sono la Toyota bZ4x, la Nissan Ariya e la Volkswagen ID.Buzz, ciascuna interamente progettata da zero per essere elettrica. Renault Austral e Peugeot 408 sono liquidate con un semplice "roba del passato", Jeep Avenger e Kia Niro sono modelli "di transizione" (ci sono anche con motori termici) quindi non realmente innovativi.