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Un fulmine a ciel sereno ha colpito il mondo della pallacanestro. Lo stesso fulmine che, 13 anni fa, con la stessa dinamica, si è portato via Colin McRae. È morto Kobe Bryant, il mitico campione di basket, nonché leggenda dei Los Angeles Lakers.
La tragedia è avvenuta alle ore 10.00 (19.00 ore italiane): l’elicottero su cui si trovava Bryant è precipitato sulle colline di Calabasas, vicino a Los Angeles. L’ex cestista di 41 anni si trovava a bordo con altre 4 persone, tra cui la figlia 13enne Gianna Maria. Purtroppo, non c’è stato niente da fare per i 5 passeggeri. Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente ma, secondo le prime dichiarazioni dei testimoni rilasciate alla polizia di LA County, le condizioni meteo difficili e la fitta nebbia potrebbero aver ridotto al minimo la visibilità del pilota. Non si esclude un problema tecnico.
Il doloroso lutto del mondo del basket ricorda molto da vicino quello vissuto dal mondo delle quattroruote il 15 settembre 2007, quando muore Colin McRae. I parallelismi sono incredibilmente forti. Entrambi leggende nei rispettivi sport, sia prima che dopo il ritiro. Una carriera ricca di successi e un infinito apprezzamento da parte del pubblico di appassionati. Entrambi hanno avuto la sfortuna di trovarsi a bordo di un maledetto elicottero, che è precipitato e se li è portati via. Aveva 39 anni lo scozzese, 41 l’americano. E l’amaro destino ha voluto che, al loro fianco, ci fosse anche uno dei figli, tragicamente scomparsi a fianco del loro papà.
Bryant è un vero e proprio idolo del NBA: non solo per i numeri da capogiro della sua carriera, ma anche per il carattere e la determinazione del vero campione. Un nome che, come quello di Micheal Jordan, si è fatto conoscere anche al di fuori delle mura della pallacanestro. Kobe è cresciuto e ha iniziato a giocare proprio in Italia e ha sempre avuto un forte legame con l’Emilia, dove ha avuto anche modo di visitare la Ferrari e provare alcuni modelli del Marchio di Maranello.
“Heroes come and go, but legends are forever”