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La produzione italiana di FCA non si ferma per effetto del Coronavirus. Lo ha annunciato Antonio Falchetti, ad del fornitore di componentistica elettrica ed elettronica MTA che ha sede a Codogno, uno dei paesi individuati come focolai del virus Covid-19 e isolati dalle autorità per arginare i contagi. La conferma è arrivata successivamente anche da un portavoce di Fiat-Chrysler.
Lo stabilimento di Codogno della MTA dal 25 febbraio è fermo su disposizione del Ministero della Salute, che ha ordinato la chiusura fino a data da destinarsi. Uno stop che rischiava di fermare la produzione degli stabilimenti di FCA Mirafiori, Cassino, Melfi e a quelle della partnership FCA-PSA di Sevel di Atessa, altrimenti costrette a interrompere la produzione per la mancanza di componenti prodotti nella fabbrica del lodigiano.
Pare che però per il momento il rischio sia stato scongiurato: MTA ha infatti annunciato che FCA ha ottenuto uno speciale permesso per entrare nella zona rossa al fine recuperare la componentistica necessaria a proseguire le attività. Del ritiro si occuperà un’azienda esterna al Gruppo.
La situazione di stallo forzato che stanno vivendo molte aziende del lodigiano come la MTA rischia di ripercuotersi sull’intera economia europea. MTA è infatti fornitore di Renault, BMW e Peugeot, oltre che di Iveco, CNH e Same.
Per questo nelle scorse ore ha fatto richiesta alle autorità di poter consentire al 10% della propria forza lavoro il rientro alle attività produttive. Si tratterebbe di 60 persone circa su un totale di 600 occupati.