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Scomparso dai radar della Politica come accaduto ad altre materie pur importanti per la vita quotidiana, ecco ricomparire a sorpresa tra gli argomenti all’ordine del giorno della riunione della Commissione Trasporti della Camera le proposte di modifica al Codice della Strada.
Se la memoria non inganna, l’ultima apparizione ufficiale dell’argomento risale a fine gennaio: vero, da allora tante, forse troppe cose sono accadute, e quasi non desta scandalo che solo ora riparta - tra l’altro in sordina - una discussione parlamento che tra varie vicende si trascina da tempo immemore.
Si ricomincia, dunque, da dove eravamo rimasti, vale a dire dalla valutazione negativa da parte del MEF (il Ministero di Economia e Finanza) rispetto alle ipotesi di variazioni del testo: in brave, dissero dalle parti di via XX Settembre, soldi non ce ne sono.
E ai tempi lo spettro del Covid-19 era solo un’ipotesi lontana… figuriamoci ora!
In ogni caso, registriamo comunque come positiva la notizia che i relatori di maggioranza abbiano ripreso in mano il corposo faldone con le proposte di modifica al Codice della Strada oggi in vigore: modifiche che spaziano in tutti i campi, dall’abbigliamento protettivo per motociclisti alla proposta di casco obbligatorio anche per i ciclisti, dalla tutela dei soggetti vulnerabili alle “zone scolastiche“ davanti alle scuole, dai “parcheggi rosa“ a nuove e più pesanti sanzioni per chi usa il cellulare durante la guida, giusto per citare alcuni argomenti.
Carne al fuoco tanta, come si vede: l’iter prevede che il testo unificato delle proposte di modifica, suscettibile di variazioni degli emendamenti finora presentati o di ulteriori modifiche durante la discussione in Aula, sia costituito da 10 articoli comprensivi delle circa 80 misure che portano a cambi di 60 articoli del Codice attuale.