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Il conto alla rovescia indica la data del 10 novembre per la conversione in legge del Decreto Infrastrutture, approdato in Senato dopo il via libera ottenuto alla Camera: ma il testo all'esame dei parlamentari di Palazzo Madama non contiene alcuni emendamenti bocciati dalle Commissioni Ambiente e Trasporti.
Non è passata la norma che prevedeva l'aumento a 150 km/h del limite di velocità in autostrada, né quella del ritiro immediato della patente per chi fosse stato sorpreso a parlare al telefono durante la guida; anche la proposta di vietare il fumo all'interno dell'abitacolo del veicolo è stata accantonata, insieme a quelle che prevedeva sanzioni più severe per chi avesse parcheggiato la propria vettura in aree destinate ai disabili senza averne diritto.
Nel dettaglio, la proposta di innalzare il limite a 150 km/h non sarebbe stata valida su tutta la rete autostradale, ma solo nei tratti a tre corsie di marcia più corsia d’emergenza, equipaggiate con asfalto drenante e sistema Tutor per il rilevamento della velocità media.
Invece, la “ratio“ del divieto di fumo a bordo, oltre che salvaguardare la salute degli occupanti dell'abitacolo, era per evitare distrazioni alla guida e causare incidenti; in ogni caso, ricordiamo che il divieto di fumo in auto è già previsto nel caso di presenza a bordo di donne in gravidanza o di minori.
Anche riguardo al cellulare in auto, i parlamentari non hanno ritenuto opportuna calcare la mano: il divieto d'uso senza viva voce o auricolare resta valido, ma senza una linea (troppo) dura; per i trasgressori, oltre alle sanzioni da 165 a 661 euro con aumento in caso di recidiva, e la decurtazione da 5 a 10 punti sulla patente, non ci saranno le paventate sanzioni più elevate e la sospensione del permesso di guida da sette giorni a due mesi.