Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Nessuna condanna per l'omicidio di Ahmed Fdil, il clochard bruciato vivo in auto da due ragazzini il 13 dicembre del 2017. I due minorenni, che avevano dichiarato di aver agito "per noia", avevano dato fuoco a dei pezzi di carta e li avevano gettati nell'auto abbandonata a Santa Maria di Zevio, nel Veronese, dove l'uomo viveva.
I due ragazzini coinvolti all'epoca dei fatti avevano 13 e 17 anni. Il primo non è imputabile per via dell'età; il secondo, invece, ancora minorenne - compirà 18 anni a novembre - è stato accusato di omicidio volontario aggravato. Il giudice del tribunale per i minorenni di Venezia ha deciso di sospendere il processo per una «messa alla prova».
Il giovane continuerà a vivere nella comunità che lo ospita da tempo - non ha scontato un giorno di carcere - e, nel caso in cui mantenga una buona condotta, il reato verrà dichiarato estinto. Molta l'amarezza dei familiari del clochard alla lettura della sentenza: «Per la Giustizia italiana - ha dichiarato al Corriere della Sera il nipote Salah Fdil - la vita di mio zio vale meno di zero».
Ahmed Fdil, 64 anni, aveva lavorato per molti anni come operaio prima di essere licenziato per via della crisi. Costretto a dormire a bordo di una vecchia Fiat Bravo, era benvoluto in paese, fatta eccezione per i due ragazzini, che lo avevano preso di mira e che per noia l'hanno ucciso.