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La Germania dovrà rispondere davanti alla Corte di giustizia europea dell'accusa di non aver impedito la vendita di veicoli che non rispondono alle norme antinquinamento in vigore nella UE. Lo ha deciso la Commissione europea nel procedimento sul caso dell'utilizzo di gas refrigeranti vietati in Europa nei climatizzatori di alcuni modelli prodotti da Daimler.
La controversia ha inizio nel 2013, quando le autorità tedesche concedono al costruttore di Stoccarda l'omologazione di nuove vetture secondo un certificato di conformità precedente la messa al bando del gas “R-134a”, vietato dalla direttiva europea 2006/40/EC a partire dall'1 gennaio 2011 perché considerato gas con pesanti effetti serra.
Daimler avrebbe dovuto rimpiazzarlo con il gas “R1234yf”, considerato meno pericoloso, ma non per il costruttore tedesco, che invece sosteneva che fosse più facilmente infiammabile del R-134a, nonostante l'effettivo rischio non fosse in seguito stato accertato né dall'autorità tedesca preposta alla vigilanza del mercato KBA (Kraftfahrt Bundesamt), né successivamente anche dal gruppo di ricerca istituito dalla stessa Commissione Europea.
Di fatto dunque, secondo la Commissione Europea, le autorità tedesche hanno consentito a Daimler di aggirare le norme europee che prescrivono l'uso del refrigerante R-1234yf e non aver vigilato e disposto una campagna di richiamo affinché i veicoli Mercedes Classe A, Classe B, CLA ed SL omologati in Germania rispettassero la direttiva 2006/40/EC sull'uso di gas refrigeranti nei climatizzatori dei veicoli.
Daimler ha annunciato qualche settimana fa che il refrigerante R1234yf verrà progressivamente introdotto su tutta la gamma, tranne che sulle prossime Classe E e Classe S, su cui verrà adottato un sistema di climatizzazione basato sulla CO2 messo a punto dalla stessa Casa tedesca che sarà utilizzato anche da altri costruttori.
L'anidride carbonica, infatti, con un valore GWP (Global Warming Potential) pari a 1 risulta del 99,3 % al di sotto del limite GWP indicato dalla UE pari a 150.