Claudio Pastoris: «Sparco ha rivoluzionato il concetto di sicurezza. Non solo nelle corse»

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Abbiamo incontrato l'Amministratore Delegato dell'azienda piemontese rilevata e rilanciata dall’imprenditore Aldino Bellazzini nel corso del 2009. Oggi Sparco produce le tute inifughe più leggere al mondo e dà lavoro a più di 500 persone
9 gennaio 2014

Volpiano (To) - Punto di riferimento assoluto nella produzione di tute e sedili racing, Sparco è un'azienda italiana nata più di trentacinque anni fa con la missione di produrre materiale di sicurezza e di elevata performance per i piloti. Famosa in tutto il mondo, l'azienda italiana ha conosciuto un periodo difficile nel primo decennio del nuovo millennio per poi ripartire alla grande nel 2009, quando è stata rilevata e rilanciata dall’imprenditore Aldino Bellazzini. 

 

Sparco, negli ultimi anni ha investito molto in Ricerca&Sviluppo sino ad arrivare a realizzare un progetto rivoluzionario di cui parleremo più avanti.  Del presente, del passato e del futuro di Sparco ne abbiamo parlato con Claudio Pastoris, Amministratore Delegato dell'azienda piemontese.
 

Chi è la Sparco? E quando è nata?
«La nostra storia ormai ha più di trentacinque anni e va ad abbracciare il mondo delle corse dal 1977 in avanti, quando si rivoluzionò il concetto di sicurezza, sia dal punto di vista dell'abbigliamento che da quello degli accessori auto con l'introduzione graduale di estintori, sedili, roll bar. Queste invenzioni hanno permesso oggi di rendere molto più sicuro il motorsport, nonostante rimanga ancora uno sport molto pericoloso. Rispetto alla fine degli anni 70 infatti gli incidenti mortali o con conseguenze gravi si sono ridotti fino al 90%.»

 

Quante persone lavorano per voi?
«A livello mondiale Sparco impiega 500 persone, di cui 250 in Italia. Negli ultimi 18 mesi però, in un momento di grande difficoltà in cui le aziende si sono ritrovate in una congiuntura economica internazionale particolarmente complessa, Sparco ha assunto 100 persone. L'età media è inferiore ai 40 anni e la presenza femminile è va oltre il 55%. C'è una forte presenza di giovani, collaboriamo con il Politecnico e le altre università di Torino che ogni anno ci mandano giovani laureati e laureandi che spesso vengono continuano il loro percorso lavorativo in azienda dopo un periodo di stage.»

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Sparco è un'azienda italiana che oggi impiega 500 persone in tutto il mondo, 250 delle quali in Italia

 

Sparco è sinonimo di Racing ma anche di qualità
«Sì, Sparco realizza decine migliaia di tute e scarpe ogni anno e vende i suoi prodotti in più di 80 nazioni nel mondo. In alcuni Paesi stiamo vivendo anche una grande crescita, come in Giappone, dove il nostro marchio è amatissimo. In tutto questo la serie Fast&Furious ci ha portato moltissima visibilità, soprattutto i primi episodi dove i nostri prodotti erano molto presenti».
 

Siete molto forti anche nella produzione del carbonio. Oltre ai sedili da corsa lavorate anche per il settore stradale?
«Il mondo racing è il nostro core business, perché rappresenta il 70% del nostro fatturato. Il restante 30% è rivolto al business OEM principalmente automotive e aerospace. Alle Case Automobilistiche forniamo sedili e componenti in carbonio per supercar come Lamborghini, Bugatti, Ferrari, Maserati, Koenigsegg, Maserati e Bentley. L'80% del nostro fatturato lo facciamo all'estero e 1/3 dell'export di Sparco va al di fuori dall'Europa, dove la concorrenza è ancora più forte e competitiva. Il nostro segreto è puntare sulla ricerca, sull'innovazione, sulla tecnologia e sulla capacità delle persone che fanno la differenza e sono l’asset più importante della nostra azienda.»

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La nuova tuta con tessuto hocotex, bvrevettato da Sparco, pesa solo 700 g. Non molto tempo fa la stessa tuta sarebbe pesata il doppio

 

Quanto investite in R&D ed in che direzione?
«Col tempo, oltre all’aspetto legato alla sicurezza, si è iniziato a dare importanza anche alla riduzione del peso, soprattutto in Formula 1. Sparco riversa molte energie ed investimenti nella Ricerca&Sviluppo per realizzare prodotti capaci di garantire elevatissimi standard di sicurezza, ma sempre più attenti al contenimento del peso. Sparco investe complessivamente più del 5% del suo fatturato in Ricerca&Sviluppo, una cifra molto rilevante. Il team di Ricerca&Sviluppo oggi è composto da una decina di persone che si dedicano allo sviluppo di nuove idee per tutti i prodotti del nostro catalogo. Si aggiungono poi collaborazioni esterne con consulenti, fornitori ed università.»


E' vero che le nuove tute leggere nascono da un'idea di McLaren F1?

«Il 2009 per Sparco è stato un anno importante perché sono stati rilanciati gli investimenti, lo sviluppo e la riorganizzazione dell’azienda orientata a riportare al suo interno attività e produzioni che in passato erano state trasferite all’esterno, consentendo di realizzare economie di scala, miglioramenti qualitativi di servizio al cliente ed in particolare di avere sotto controllo l’intero processo produttivo. La stretta collaborazione con McLaren, una partnership che ci vede legati al team di Woking dal 1996, ci ha permesso di sviluppare nel 2010 la tuta  Superleggera che, ad oggi, resta la tuta più leggera presente nel mercato. Confrontarsi con Team esigenti come McLaren ci consente di crescere e sviluppare prodotti molto innovativi e ad elevato contenuto tecnologico.»

La stretta collaborazione con McLaren, una partnership che ci vede legati al team di Woking dal 1996, ci ha permesso di sviluppare nel 2010 la tuta  Superleggera

 

Sparco ha dunque fatto passi da gigante nelle tute ignifughe
«Sì. Il progetto da cui è nata la Superleggera si chiamava “lightness concept”, si passava da un prodotto che pesava 1.400 g fino ad arrivare agli attuali 800 g della Superleggera RS-9 ma ci sono voluti altri 4 anni per realizzare la prima tuta racing monostrato prodotta con tessuto Hocotex dal peso di 700 g. Una vera e propria rivoluzione nel modo di produrre le tute ignifughe. Siamo orgogliosi di questo innovativo tessuto che non è soltanto leggero ma 3 volte più traspirante rispetto ai tessuti standard e più sicuro nella protezione dal fuoco grazie alla sua struttura reticolare. Extrema RS-10, la prima tuta racing al mondo realizzata in Hocotex, è stata indossata dai piloti McLaren negli ultimi tre Gran Premi della stagione 2013 e provata da tanti altri piloti. Fino ad ora i riscontri ottenuti dal mercato sono molto positivi.»

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Dal 1996 Sparco collabora in maniera strettissima con McLaren

 

Il vostro lavoro salva ogni anno molte vite. Dev'essere un grande stimolo per guardare sempre più avanti
«Ci sono alcuni episodi celebri della storia sportiva in cui Sparco può dire di aver salvato letteralmente la vita ad alcuni piloti. Me ne vengono in mente un paio. Il primo nel 1994, quando la Benetton di Verstappen prese drammaticamente fuoco ai box durante un rifornimento. Allora il pilota ed i meccanici uscirono illesi dal rogo grazie alla nostra tuta. L'altro episodio risale invece al 2009 quando la Mazda MX-5 del Team MER guidata da Charles Esenlaub, durante una gara di durata di 25 ore, prende fuoco diventando una gigantesca palla di fuoco. Una fiammata che l'ha coinvolto per 20 lunghissimi secondi prima di essere “spento” dagli addetti in pista. Il pilota equipaggiato Sparco dall’underwear al casco, è uscito illeso dal fuoco. 20 secondi è un tempo che va ben oltre le richieste delle norme FIA (11 secondi). Charles scrive: “Thank you, Sparco for making the best safety gear…it was absolutely essential in saving my life…”»
 

Il terribile incendio che si sviluppa nel 1994 attorno alla Benetton di Verstappen

 

Sparco nelle corse non protegge solo dalle fiamme. I sedili hanno recitato ruoli importanti in alcuni recenti incidenti.
«Latvala, nel 2009, durante il rally WRC del Portogallo uscì di strada precipitando in un burrone. La sua vettura si girò su sé stessa per più volte, ma uscì da quell'incidente senza un graffio grazie anche alla protezione offerta dal nostro sedile. Questi sono esempi che testimoniano perfettamente come siamo riusciti a rendere molto più sicuro il mondo delle corse.»

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La Mazda MX-5 di Charles Esenlaub dopo l'incidio che lo intrappolò tra le fiamme per 20 lunghissimi secondi. Grazie all'abbigliamento tecnico Sparco il pilota uscì illeso

 

Conta ancora il Made in Italy per prodotti come i vostri?
«Certamente. Il Made in Italy è un brand fortissimo di cui possiamo ancora andare davvero fieri. Ecco perché il logo del nostro tessuto Hocotex riporta la bandiera italiana, perché è un prodotto fatto interamente in Italia e ne siamo orgogliosi. Grazie alla nostra brand awareness abbiamo fatto degli accordi di brand licensing per esempio per la realizzazione di scarpe di sicurezza, ma anche per prodotti fashion, come calzature in pelle. Abbiamo fatto poi una linea di cerchi con un’azienda leader nel suo settore, ma anche una serie di prodotti per il tuning, che sta crescendo molto in Paesi emergenti. Poi ci siamo inventati i seggiolini per auto da bambini con il look racing, ma anche poltrone per sale riunioni, una nuova collezione teamwear ed altro ancora. Per i calciatori stiamo realizzando le poltrone per le panchine anche in versione riscaldabile».

Il Made in Italy è un brand fortissimo di cui possiamo ancora andare davvero fieri. Il logo del tessuto Hocotex riporta la bandiera italiana, perché è un prodotto fatto in Italia e ne siamo orgogliosi

 

Producete tutto in Italia?
«In Italia produciamo il top di gamma delle tute ignifughe a partire dalla Formula 1. Unitamente al processo di industrializzazione che anche esso viene realizzato in Italia.  Nel nostro stabilimento in Tunisia, gestito da personale italiano, vengono realizzati i principali prodotti a catalogo quali: scarpe, tute, underwear, cinture, sedili ecc.., seguendo in modo rigoroso le procedure di qualità definite dalla casa madre.»

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Sparco è un'azienda orgogliosa di produrre in Italia

 

Quanto conta essere presenti alle corse?
«Conta moltissimo ed è per questo che nel 2013 Sparco è stata presente ad oltre 100 eventi sui campi di gara in Italia e all'estero. Questo è molto importante per instaurare un contatto diretto con i nostri potenziali clienti, che possono così conoscere di persona i nostri prodotti. In alcuni casi la nostra presenza quest'anno si è corredata di piacevoli iniziative, come nel caso della scorsa edizione del Rally di Monza dove un amico collezionista ha messo a disposizione la sua collezione di tute Sparco appartenute a piloti rally con ampia partecipazione di pubblico. Sui campi gara siamo presenti anche come supporto ai piloti alla stregua di quanto facciamo in azienda dove abbiamo un nostro reparto dedicato alla riparazioni della tuta, o dei guanti o delle scarpe.»
 

Cosa c'è nel futuro di Sparco?
«Il mondo del racing non sta crescendo anzi, si sta contraendo. Dobbiamo quindi pensare a nuove idee per estendere le nostre competenze anche in altri campi al di fuori del mondo racing e motorsport. Vogliamo trovare quindi altri spunti commerciali e guardiamo con interesse altre attività, ed altri settori dove occorrono protezioni di sicurezza e dove è possibile trasferire la nostra competenza ed il nostro know-how.

 

Il terribile incidente di Latvala nel Rally di Portogallo 2009. Il pilota ne esce illeso anche per merito del sedile Sparco

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