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Porto Vecchio, Corsica, 9 Ottobre. Il Tour de Corse Historique è in pieno svolgimento. Oltre duecento Equipaggi diffondono sulle strade della Corsica il profumo della storia automobilistica. Sarebbero stati un quarto di più se l’impennata dalla paura CoViD-19 non avesse frenato gli sbarchi. La maggior parte dei partecipanti è francese, tre sono italiani, gli altri vengono da tutto il Mondo a occupare un posto in prima fila allo spettacolo del Rally Storico. Proprio così, il Giru de Corsica Storicu attira una vera e propria moltitudine, e altrettanto spessore lo si nota ai bordi delle strade e nelle città e i paesi attraversati. Poi, saranno tutti lì per caso, ma non credo…
Ci son gare che sono “Classiche”, eventi che nascono nella fantasia sfrenata di un genio e rimangono nella storia perché… vi portano la Storia. 1000Miglia, Rallylegend, dicono un gran bene della Modena 100 Ore. Ecco, sicuramente il Tour del Corse Historique è una di queste manifestazioni. L’importanza gliela da la passione. Di tutti quelli che finiscono nell’orbita dell’indovinata e affascinante formula inventata dagli organizzatori, principalmente di quel José Andreani che nel 2001 lanciò la prima edizione con 21 partecipanti. Di acqua ne è passata sotto i ponti (e anche sopra i ponti della Corsica in questi giorni) e oggi i numeri del successo moltiplicano per dieci i valori dell’origine. Nella formula l’ambientazione, la Corsica che gioca un ruolo basilare. L’Isola della bellezza inaudita e… delle “diecimila curve” offre uno scenario ideale per una manifestazione senza limiti di fascino.
C’è Corsa, vetrina, c’è escursione, e c’è anche passeggiata, almeno a dar retta alla suddivisione in classi che contempla anche le originali categorie media e bassa velocità, oltre alle leggende e alle partecipazioni permanentemente “race inspired”.
Il bello del Tour de Corse Historique è anche correre per cinque giorni in un’antologia geografica dell’Isola francese di imprinting italiano, e scoprirla. Cinque tappe, 1.000 chilometri, un terzo di questi di prove contro il cronometro, l’Isola attraversata in lungo e in largo. Le città di sosta diventano obiettivi turistici per una passione particolare, i parchi assistenza, i “bivacchi” del Tour, dei veri e propri musei dell’auto storica.
La natura dell’impegno, e la varietà di situazioni, fanno sé che non ci sia mai niente di scontato neanche dal punto di vista sportivo. La manifestazione passa dalle mani dell’uno a quelle dell’altro più volte, e mai come in questo caso è il traguardo finale che sancisce il risultato e si incarica dell’ultima parola.
Al momento è in testa l’Equipaggio Alain e Sylvie Oreille. La coppia porta in gara una Porsche 911, un vero classico intramontabile, ma la gara è apertissima. Due BMW M3, nella mai degli equipaggi Capanaccia-Nesta e Casanova Delleaux sono alle costole dei battistrada, roba di un paio di minuti di ritardo. Degli Italiani ci occuperemo dopo il traguardo, l’abbiamo convenuto per scaramanzia.
Dopo il giro dell’Isola da Porto Vecchio a Bastia, Calvi e Ajaccio, ci muoviamo di nuovo verso Porto Vecchio per il gran finale.
© Immagini TDCH2020